Il giudice del lavoro reintegra un medico che era stata licenziata, nel marzo dell'anno scorso, dall'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. Il provvedimento, nei confronti di una professionista di 45 anni, scaturiva da due contestazioni disciplinari che erano state formulate nei suoi confronti. Una si riferiva a una contestata falsa dichiarazione nelle fasi della stipula del contratto, vale a dire l'avere autocertificato l'assenza di procedimenti penali in corso e la seconda era relativa al presunto consumo di stupefacenti.
Il medico ha impugnato il licenziamento davanti al giudice del lavoro, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, deducendo «l'insussistenza di rilievo disciplinare nei fatti contestati» e chiedendo la condanna alla reintegrazione nel posto di lavoro e la corresponsione di un'indennità risarcitoria «in misura pari all'ultima retribuzione percepita dal momento del licenziamento sino alla reintegrazione».
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