Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Favara, sparisce denaro dall'ufficio postale: indagato impiegato, ma è pure vittima di estorsione

Ha fatto sparire 573 mila euro dai conti correnti dell’ufficio postale di Favara nel corso di sei anni. Si tratta di un impiegato di 62 anni per il quale è scattato un sequestro preventivo di beni e denaro per oltre mezzo milione di euro, pari alle somme sottratte nel tempo.

Sono stati posti sotto sequestro nove immobili, alcuni rapporti bancari, tre rapporti assicurativi e automezzi.

Le indagini sono partite negli ultimi sei mesi del 2018. I carabinieri della tenenza di Favara hanno indagato su una serie di strani ammanchi di denaro segnalati nel tempo da numerosi clienti, soprattutto anziani, di un ufficio postale di Favara. I militari sono infatti sulle tracce di un 62enne del posto, dipendente quale impiegato, ritenuto l’artefice di una serie di raggiri posti in essere sin dal 2011 e portati avanti fino al dicembre 2017. Le fiamme gialle hanno hanno avviato una indagine patrimoniale per  individuare i soldi e i beni dell’indagato.

Il sessantaduenne individuava i clienti  particolarmente anziani e vulnerabili, ai quali consigliava  di lasciargli in custodia i propri libretti di risparmio, per accedere a buoni fruttiferi, il cui contenuto era poi sistematicamente oggetto di prelievi e rimborsi non autorizzati. In un caso, per esempio, uno dei due buoni fruttiferi consigliati da 2500 euro cadauno era, in realtà, semplicemente una fotocopia, la cui cifra è stata poi fatta sparire.

La vicenda si intreccia con l'estorsione subita dallo stesso impiegato da parte di una coppia favarese che, venendo a conoscenza dell'azione del 62enne, ha chiesto, a più riprese, tra il 2016 e il 2017, 250 mila euro proprio all’impiegato infedele.

La coppia residente nel catanese: la donna di 43 anni originaria di Favara ed il coniuge di 38 anni originario di Messina. Dalla denuncia per estorsione presentata dall’impiegato, quando già era indagato dai carabinieri, è stato possibile  ricostruire l’intera vicenda estorsiva. Per la coppia sono scattati gli arresti domiciliari, su disposizione del gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, e su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Chiara Bisso.

 

Caricamento commenti

Commenta la notizia