AGRIGENTO. Sei anni dopo la sfiorata strage, attorno al crollo del secentesco Palazzo Lo Jacono Maraventano non è stata ancora scritta una verità giudiziaria. Anzi c'è una sola verità: il sindaco di allora Marco Zambuto, che si dimise prima della sentenza per un’altra condanna per abuso di ufficio (poi annullata definitivamente), non ha avuto alcuna responsabilità.
Il gup Ottavio Mosti, il 17 settembre del 2014, lo ha assolto «per non avere commesso il fatto» dall'accusa di disastro colposo e omissione di atti di ufficio. Il monumentale edificio, dopo mille segnali di allarme, è caduto al suolo il 25 aprile del 2011.
Era il giorno di Pasquetta e, appena 48 ore, prima migliaia di fedeli erano accalcati sotto le sue mura per raggiungere il percorso della processione del venerdì santo. Alcune abitazioni sono state interdette da allora e sono rimaste tali.
La magistratura si è messa subito al lavoro ma le lungaggini dei processi non hanno portato ancora a un vero riscontro. Il pm Santo Fornasier, che di recente è stato trasferito alla Procura di Ragusa, ipotizza che la secentesca struttura, di grande pregio e tradizione, sarebbe crollata per «grave negligenza e imperizia, le indicazioni della Protezione civile sarebbero state disattese e i lavori di messa in sicurezza non sarebbero stati svolti in maniera adeguata».
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