AGRIGENTO. Un patrimonio immenso per niente valorizzato, anzi: in molti casi abbandonato a se stesso. È il "tesoro" confiscato a boss e imprenditori in odor di mafia nell' Agrigentino. Beni in continuo aumento negli ultimi anni che potrebbero dare anche qualche risposta in termini occupazionali o sul fronte delle politiche sociali e abitative ma che ancora rimangono in gran parte inutilizzati. Sono complessivamente 354, tra aziende e immobili, i beni confiscati alla mafia nell' Agrigentino.
Secondo i dati dell' Agenzia nazionale dei beni confiscati aggiornati al 31 dicembre 2015 sono 61 le aziende sottratte alla "cupola" agrigentina, di cui 21 destinate e altre 29 in gestione, 11 aziende sono uscite dalla gestione. Mentre tra case, terreni e ville gli immobili confiscati sono 293, di cui 140 già destinati ai Comuni, 148 immobili in gestione da parte dell' Agenzia nazionale e 5 usciti dalla gestione. Tra le aziende confiscate in provincia di Agrigento 35 si occupano di edilizia e costruzioni; 8 di agricoltura, caccia e selvicoltura; 6 di commercio all' ingrosso e al dettaglio; 2 di trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; una di estrazione di minerali e altre 9 impegnate in altri settori.
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