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"Spedizione punitiva" a Ravanusa, cinque fermi

Sono accusati di avere sequestrato due giovani rumeni. Il Gip Zammuto non ha convalidato i provvedimenti, ma ha ordinato delle misure cautelari

polizia e carabinieri

RAVANUSA. Sono stati condotti ieri mattina davanti al gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, i cinque ravanusani che i carabinieri avevano fermato lo scorso 11 di febbraio con le accuse di sequestro di persona, violenza privata, lesioni personali aggravate, violazione di domicilio e danneggiamento. Il giudice non ha convalidato i fermi, ma ha disposto delle misure cautelari nei confronti degli indagati. Per Angelo Bottaro di 49 anni e Antonino Gattuso di 43 anni ha deciso gli arresti domiciliari. Obbligo di dimora a Ravanusa, invece, per gli altri tre indagati. Si tratta di Giovanni Montana, commerciante di 54 anni e dei figli di quest’ultimo, Luigi Montana di 33 anni ed Ivan Montana di 26 anni. Le indagini sull’accaduto sono state a cura dei carabinieri della stazione di Ravanusa, di quelli del nucleo operativo della compagnia di Licata e del reparto operativo di Agrigento, con il coordinamento del pm Brunella Sardoni.

Del collegio di difesa fanno parte gli avocati Salvatore Manganello, Lillo Fumo, Antonino Gaziano, Salvatore Loggia e Daniela Cannarozzo. L’episodio contestato ai cinque ravanusani si è verificato nel pomeriggio dell’11 di febbraio. Secondo l’accusa due giovani rumeni si sono introdotti nel negozio di telefonia dei Montana ed hanno rubato, approfittando di un momento di distrazione del titolare, ben sessanta telefonini custoditi nel magazzino dell’esercizio, poi sono scappati. Guardando il video del furto, ripreso dalle telecamere del negozio, i titolari sarebbero risaliti agli autori dell’episodio. Hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri ma poi, secondo l’accusa, avrebbero organizzato una “spedizione punitiva” nei confronti dei due rumeni.

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