AGRIGENTO. «Vogliamo tornare a sorridere … Ridateci la nostra dignità di persone restituendoci il lavoro». A gridare queste frasi la signora Vita Di Grigoli, 46 anni, dal 2010 in servizio all’ospedale di Agrigento dopo un lungo periodo di lavoro al nord ed oggi licenziata: «Sono sposata, mio marito è disoccupato, ho un solo figlio perché non posso permettermene altri ed oggi dove vado?…». Questa una delle tante drammatiche storie che abbiamo raccolto ieri mattina davanti il palazzo del Governo dove i cento operatori sanitari ai quali non è stato più rinnovato il contratto di lavoro hanno protestato vivacemente gridando ad una città assente la propria disperazione.
Accanto a loro, don Giuseppe Livatino, inviato dall’arcivescovo, don Franco Montenegro impegnato a Roma per i lavori della Cei, a sostenere la battaglia per il posto di lavoro. Una nutrita delegazione guidata da don Livatino e da Antonio G. Iacono coordinatore del movimento “Associazione servizi socio-sanitari organizzati” (Asso), è stata ricevuta in Prefettura dal capo di Gabinetto Rosaria Giuffrè in quanto Nicola Diomede era fuori sede per impegni istituzionali. Nel corso dell’incontro sono state esposte le motivazioni della protesta che saranno sul tavolo del Prefetto Diomede per un intervento sia politico, nei confronti dell’Assessorato alla Sanità della Regione Sicilia, sia nei confronti dell’Azienda sanitaria provinciale.
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