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I precari non «mollano»: protesta al San Giovanni di Dio di Agrigento

Ai lavoratori del comparto non è stato più rinnovato il contratto a tempo determinato

AGRIGENTO. "Ormai non abbiamo più nulla da perdere. Quando si nega la nostra dignità di lavoratori, quando per politiche clientelari si crea precariato, non possiamo essere noi a pagarne le conseguenze. Il risparmio, non rinnovando il contratto a tempo determinato, non risolve i vecchi problemi della sanità siciliana". Ad esprimere questo concetto è il coordinatore dell'Associazione Servizi Socio-Sanitari Organizzati, Antonio G. Iacono da ormai da diverse settimane è a capo di questa centuria di ex dipendenti dell'ospedale provinciale San Giovanni di Dio alla quale non è stato più rinnovato il contratto a tempo determinato che insieme all'assegno di disoccupazione, consentiva a queste cento famiglie di vivere. Ormai da giorni presidiano l'ingresso principale dell'ospedale agrigentino decisi a non abbandonare la protesta fino a quando non verrà risolta la loro stessa ragione di vita. La loro e delle famiglie a cui queste persone per anni hanno assicurato un sostentamento al limite della povertà.

I vertici dell'ospedale agrigentino di questa pesante situazione occupazione sembra non tenerne conto e seguono la politica dei tagli imposta dall'alto. Ormai è cosa nota al San Giovanni di Dio c'è una lunga lista di aspiranti disoccupati che parte dai medici, agli infermieri, al personale tecnico ed ausiliario. Si parla di una lista di quasi settecento persone che fino ad oggi, alcuni di loro, continua a lavorare nei vari reparti delle divisioni ospedaliere. Cosa accadrà nei reparti, già in crisi per mancanza di ausiliari, quando scadranno questi altri contratti.

 

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