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Asp di Agrigento, operatori sanitari licenziati: presidio davanti all’ospedale

Antonio Iacono: «Noi non lottiamo per aumenti salariali, ma per la nostra sopravvivenza»

AGRIGENTO. Alcune famiglie dei cento operatori sanitari ai quali l’Asp agrigentina non ha più rinnovato il contratto di lavoro a tempo determinato, manifestano il disagio accanto ai rispettivi mariti.Ieri, dopo aver ottenuto dalla Digos della Questura agrigentina, l’autorizzazione, hanno intrapreso il presidio davanti l’ingresso principale del San Giovanni di Dio decisi a non mollare fino a quando la loro incresciosa ed umana vicenda non troverà uno onorevole sbocco occupazionale. Con loro anche alcuni bambini ben protetti dal freddo e dalla pioggia.

“Noi non lottiamo per aumenti salariali o altro. – dice Antonio Iacono Coordinatore dell’Associazione Servizi Socio-Sanitari Organizzati (Asso) – Lottiamo per la sopravvivenza nostra come operatori socio-sanitari e delle nostre famiglie a cui da tempo è venuto a mancare il sostentamento. Noi non ci fermeremo fino a quando la nostra battaglia non avrà una conclusione onorevole e ci restituiscono la dignità di lavoratori”. Non li spaventa né la pioggia né il vento. Si sono ben attrezzati con pesanti giubbotti, berretti di lana ed ombrelli per combattere le avverse condizioni metereologi che. Questo manipolo di persone sono decise a tutto, anche ad andare a Palermo e se è il caso a Roma. La loro è una battaglia per la sopravvivenza, in quanto a queste 100 famiglie è stata tolta l’unica fonte di reddito.

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