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Tangenti per le case popolari ad Agrigento, una condanna e 5 assoluzioni

AGRIGENTO. Una sola condanna e cinque assoluzioni. Queste le decisioni dei giudici della prima sezione penale presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni (con a latere Maria Alessandra Tedde e Giancarlo Caruso) nei confronti di sei persone finite sotto processo nell’ambito di un’inchiesta che ipotizzava un giro di tangenti legate all’occupazione delle case popolari. Tre anni di reclusione sono stati inflitti a Gerlando Fiorenza, 59 anni, responsabile dell'ufficio ispettivo dell’Iacp, accusato di avere preteso soldi e chiuso un occhio anziché contrastare l’occupazione abusiva delle case popolari. Il collegio di giudici, che tuttavia lo ha scagionato da alcuni singoli capi di imputazione, ha inoltre inflitto a Fiorenza (difeso dall’avvocato Antonio Alaimo) 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e la condanna al risarcimento di 2 mila euro per ciascuna delle due parti civili che avrebbero pagato 300 euro per occupare abusivamente gli alloggi. Gli altri cinque imputati, rinviati a giudizio oltre quattro anni fa dal gup Luca D’Addario, sono stati assolti.

Si tratta di Piera Torrisi, 49 anni, di Alessandria della Rocca; Calogero Renato Boccadoro, 46 anni, di Agrigento, dipendente a tempo determinato dell’Iacp; Gaetano Fucà, 37 anni, di Agrigento; Gabriella Fiorenza, 30 anni, di Agrigento; e Giuseppa Croce, 53 anni, di Agrigento. Le accuse contestate a vario titolo agli imputati (nel collegio di difesa anche gli avvocati Giuseppe Contato, Silvio Miceli, e Gerlando Alonge) sono di concussione, corruzione, abuso di ufficio, tentato abuso di ufficio, falso e truffa. La pena più alta, quattro anni di reclusione, era stata chiesta per Gerlando Fiorenza, personaggio chiave dell’inchiesta. Il pm Pandolfi, comunque, ne aveva chiesto l'’ssoluzione da due singoli capi di imputazione. Un anno era la proposta per Boccadoro e otto mesi per Fucà (anche per loro richieste di singole assoluzioni). Il pm, infine, aveva chiesto l’assoluzione per Croce, Torrisi e Gabriella Fiorenza. I giudici hanno condannato il solo Fiorenza.

 

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