AGRIGENTO. «Erosione della costa in viale delle Dune». Che fare? Dopo il crollo di una parte della pista ciclabile e del sequestro del locale Oceanomare a pochi passi dalla frana, è partito il balletto del cosa fare, come farlo e chi deve farlo, per tentare di arginare la situazione. La speranza è che non si tratti di un altro palazzo Lo Jacono, un’altra via Saponara, un altro Viale della Vittoria e così via nel lungo elenco emergenze mai risolte di questa città.
L’incontro tecnico di due giorni addietro a Palermo fra i vertici del Genio civile di Agrigento, il dirigente regionale del settore Lavori pubblici e l'assessore Domenico Torrisi, è servito per valutare la possibilità che i lavori necessari vengano finanziati con il criterio della somma urgenza. Valutazione se cui, si spera, se ne saprà qualcosa, prima che il mare divori la costa per intero. Intanto, sulla vicenda si registra l’intervento di Legambiente Sicilia che, allargando la visione rispetto alla terza e quarta traversa del Viale delle Dune di San Leone, si focalizza anche su altre parti del territorio a rischio. «Il Lungomare di Lido Cannatello, in prossimità della foce del Fiume Naro - spiegano gli ambientalisti - nonostante gli interventi tampone eseguiti negli ultimi anni, rischia di crollare a causa dei marosi che si sviluppano in occasione di forti mareggiate e si infrangono proprio a ridosso di questo. Identica situazione è riscontrabile lungo tutto il tratto di costa compreso tra la Foce del Fiume Naro e Punta Bianca. In generale quando si parla di erosione costiera va sottolineato che quello che si vede al di sopra del pelo dell’acqua, ossia lungo la spiaggia emersa, rappresenta solo una piccola parte del fenomeno erosivo che coinvolge tutta la spiaggia sommersa. L’arretramento della costa avviene, infatti, solo dopo l’erosione e la parziale distruzione della spiaggia sommersa».
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