
SANTA MARGHERITA BELICE. A quasi 47 anni dal sisma del gennaio 1968 è ancora aperta la ferita del terremoto che distrusse l’immenso patrimonio edilizio di tanti comuni della Valle del Belice. In larga parte il motivo è nei mancati finanziamenti. Ma è successo anche che diversi cittadini, nonostante abbiano presentato un progetto e ottenuto un contributo statale da tanti anni, per ricostruire la propria casa distrutta dal sisma, non abbiano mai effettuato i lavori e senza un giustificato motivo. In questi mesi sono scattate le diffide da parte dei sindaci per l’inizio dei lavori, pena il recupero delle somme non spese.
È già successo a Montevago, sta succedendo adesso a Santa Margherita di Belice. Nella cittadina del Gattopardo ben quattro i casi presi in esame, attraverso i quali sono stati recuperati già oltre mezzo milione di euro. Adesso, con proprio atto di giunta, l’amministrazione ha ripartito i fondi provenienti da tali revoche. A 46 anni dal sisma, c’è chi deve ricostruire la propria prima casa. Tanti gli aventi diritto in lista di attesa. A questo provvedimento di certo ne seguiranno altri dopo uno scrupoloso monitoraggio dall’Ufficio ricostruzione.
«A seguito della delibera di Consiglio comunale dell’aprile dell’anno scorso sulla presa d’atto della situazione riguardante i ritardi nell’edilizia privata a contributo statale ed i procedimenti per la revoca dei contributi concessi - spiega il sindaco Franco Valenti - si è proceduto ad intraprendere quelle iniziative idonee al recupero delle somme inutilizzate e di quelle ancora giacenti, depositate nei conti vincolati intestati agli aventi diritto, in modo da renderle disponibili per le stesse finalità».
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