AGRIGENTO. Avrebbero troncato la relazione sentimentale dopo l'estate trascorsa in Costa Smeralda. Accusato "di condotte persecutorie e lesive nei confronti di una giovane modella toscana", dal primo settembre era sottoposto al "divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa". Il Gip del tribunale di Livorno, Antonio Pirato, ha però emesso un'ordinanza di aggravamento della misura cautelare. L'imprenditore agrigentino Calogero Vella, 44 anni, ex patron dell'Akragas calcio, adesso è agli arresti domiciliari. E' accusato di stalking. In particolare - secondo l'accusa - «avrebbe commesso varie condotte persecutorie e lesive perpetrate nei confronti di una giovane modella toscana, anche tramite facebook». L'aggravamento della misura cautelare è stato notificato al quarantaquattrenne dai carabinieri. Vella ha nominato quale suo difensore di fiducia l'avvocato Daniele Re che ha già conferito con l'indagato per delineare la strategia difensiva.
L'imprenditore agrigentino, appena la scorsa estate, è stato al centro di un autentico "giallo" richiamando l'attenzione mediatica anche di "Striscia la notizia". È stato indicato come presunto autore di una truffa ai danni della storica discoteca "Pepero club" che all'inizio della stagione gli avrebbe ceduto la gestione di uno dei rifugi preferiti dai vip. Calogero Massimo Vella, anche conosciuto come "Max", - secondo le accuse, avrebbe fatto sparire gli incassi, lasciando senza stipendi barman, camerieri e ragazze immagine. Vella, secondo quanto riportava allora la stampa sarda, sarebbe fuggito con 250 mila euro rischiando di far chiudere un locale che da 40 anni è il ritrovo del jet set internazionale. Gianni Principessa, animatore delle serate romane e gestore del salone Margherita, ritrovandosi - secondo quanto allora emerse - con due assegni scoperti si rivolse subito ad un avvocato.
Max Vella, ad Agrigento, si è sempre difeso con veemenza: «Ho aperto il 21 giugno e fino al 4 agosto c'è sempre stato maltempo; la stagione è andata malissimo. Dicono che mi sono preso 250 mila euro. Questo è tutto da vedere. Me ne sono andato perché non riuscivo più mentalmente a lavorare. Non sono però scappato. I dipendenti - diceva durante un'intervista giornalistica video - avanzano un mese di stipendio. Non avevo soldi per pagare, ma se una persona che deve dare un mese di stipendio è un delinquente, allora in Italia siamo tutti delinquenti. Non sono però scappato e non sono ricercato». In un'altra intervista giornalistica, lo stesso Max Vella spiegava di essere "andato via perché minacciato di morte. Sul caso dell’arresto per Stalking di Vella interviene il suo difensore.
«La misura cautelare applicata in aggravamento - ha detto ieri l'avvocato Daniele Re, difensore di Vella - appare incongrua e, in ogni caso, sproporzionata rispetto ai fatti oggetto dell'ordinanza. In realtà, secondo la stessa prospettazione accusatoria, l'indagato non avrebbe posto in essere alcun atto di molestia nei confronti della persona offesa ma piuttosto nei confronti della madre.
Per questi motivi la difesa sta valutando l'opportunità di ricorrere al tribunale della libertà per ottenere la revoca del provvedimento».
Caricamento commenti
Commenta la notizia