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Netturbini senza paga, si ferma la raccolta a Palma e a Canicattì

Nei due cantieri gli operatori ecologici non hanno ancora ricevuto lo stipendio di settembre. L’Ato: revocate la protesta

AGRIGENTO. Nell’agrigentino la raccolta dei rifiuti torna ad essere a rischio. Le segreterie generali, della funzione pubblica, di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato per il 24 di ottobre lo sciopero degli operatori ecologici della Dedalo Ambiente che lavorano nei cantieri di Canicattì e Palma di Montechiaro. I sindacati protestano per il mancato pagamento dello stipendio di settembre. I netturbini, malgrado stia per maturare quella di ottobre, non hanno ancora ricevuto la busta paga dello scorso mese. Perciò il 24 di ottobre, se nel frattempo la Dedalo Ambiente non gli avrà liquidato il dovuto, gli operatori di Palma di Montechiaro e Canicattì incroceranno le braccia. Si tratta della ripetizione di quanto accaduto lo scorso 6 ottobre.

Anche per quel giorno le organizzazioni sindacali avevano proclamato lo sciopero dei lavoratori dei due cantieri. Identiche le motivazione: il mancato ricevimento di emolumenti arretrati. In quell’occasione, visto che proprio nelle ore precedenti allo sciopero l’Ato Ag3 liquidò il dovuto, i netturbini di Canicattì si recarono regolarmente al lavoro, mentre quelli di Palma di Montechiaro si astennero. Però in nessuno dei due centri ci fu l’astensione dallo straordinario per i nove giorni successivi al 6 di ottobre. Ieri Rosario Miceli ed Antonio Morreale, rispettivamente commissario liquidatore e straordinario della Dedalo Ambiente, hanno scritto ai sindacati invitandoli a revocare la protesta.

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