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La tragedia alla riserva di Aragona, il sindaco: «Dopo l’inchiesta, la riserva deve essere riaperta»

Da parte della città c'è il desiderio di intitolare una scuola o una piazza agli "Angeli delle Macalube", ma ancora, dice il sindaco, «è prematuro parlarne, senza prima sentire i genitori»

ARAGONA. «Era per tutti noi un sito amico, ci sentiamo traditi, siamo arrabbiati, ancora sconvolti per l'immane tragedia».  A parlare è Salvatore Parello, il sindaco di Aragona dove non passa con il funerale l'angoscia per la tragedia delle Maccalube che ha portato via in tenera età i fratellini Laura e Carmelo Mulone, di nove e sette anni. «Ma dopo l'inchiesta e tutti gli accertamenti necessari la riserva delle Maccalube non va chiusa, con le opportune misure di sicurezza - dice il sindaco - potrà continuare a rappresentare volano per lo sviluppo turistico del territorio.

Ma adesso non è il momento adatto per parlare di questo, la comunità deve ancora elaborare il lutto, superare il dolore di quest'assurda tragedia avvenuta in un posto per noi familiare. L'evento di sabato scorso è stato eccezionale, nessuno poteva aspettarsi un dramma simile. Era naturale per tutti noi aragonesi - ricorda il primo cittadino - andare alle Maccalube per gite e scampagnate. Rosario, il padre dei piccoli, ha fatto quello che ogni genitore qui ad Aragona faceva, portare i bimbi a vedere ”la terra che bolle”.

Lo ha fatto anche con me mio padre e con lui mio nonno, è da un secolo che gli aragonesi tramandano questa ”tradizione” ai figli. Per questo siamo doppiamente sconvolti per la tragedia che ha distrutto una famiglia e ha segnato un'intera comunità, ma dobbiamo superare insieme questo momento. Come Comune staremo accanto ai genitori, che in questi giorni stanno ricevendo il sostegno di un'equipe di psicologi grazie alla collaborazione di una cooperativa sociale».

Il sindaco ieri ha parlato con la mamma dei piccoli, devastata dal dolore, che continua a invocare i figlioletti sentendo forte la loro mancanza nella quotidianità, a colazione, a pranzo, a cena, nelle ore dei compiti e delle merende, quando sente i rumori dei bimbi che vanno a scuola che giocano in piazza o nel cortile.

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