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Agrigento, netturbini "a rischio": la fumata è nera

Dal 16 luglio, con l’avvio del nuovo servizio, le imprese dovranno fare a meno di decine di lavoratori. Il bando infatti non offre la copertura finanziaria per tutti

AGRIGENTO. La soluzione non è stata trovata, farlo era impossibile considerando quanto la situazione sia complicata, ma almeno il tavolo tecnico è stato aperto e la mediazione della prefettura di Agrigento non è mai fuori luogo. Anzi. La vicenda dei circa 29 operatori ecologici licenziati perchè il bando dei rifiuti non prevede una copertura economica sufficiente, tornerà infatti sul tavolo del vice prefetto vicario Giovanna Termine e del prefetto Nicola Diomede, martedì prossimo per un nuovo incontro. E ieri, quasi a sorpresa, alla riunione c’erano proprio tutti. C’era il sindaco Lillo Firetto con l’assessore Mimmo Fontana, il dirigente Gaetano Greco e il segretario generale Pietro Rizzo c’era l’amministratore delegato di Iseda Giancarlo Alongi e Vincenzo Terrasi della Sea. E poi i sindacati, Alfonso Buscemi ed Enzo Iacono della Cgil e Aldo Broccio e Nino Stella per la Uil.

Il nodo è di difficile soluzione. Da una parte ci sono i lavoratori che dal 16 luglio si troveranno senza lavoro, dall’altra le imprese che si sono aggiudicate l’appalto biennale con un ribasso del 30 per cento e che quindi non avranno risorse economiche sufficienti per garantire i livelli occupazionali dei propri dipendenti. In mezzo l’amministrazione comunale che, proprio in funzione di questo ribasso, si ritrova in cassa una somma importante di circa 1 milione e 700 mila che, a meno che non sia già stata impegnata, potrebbe essere utilizzata per far partire in fretta l’impiantistica, umido e altro, in modo da potere impiegare queste persone che rimangono senza un posto. Difficile inoltre, almeno dai primi commenti, che gli operatori ecologici possano accettare eventuali contratti di solidarietà, facendosi diminuire i propri stipendi per salvaguardare i livelli occupazionali.

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