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«No» al conto consuntivo, Consiglio comunale
di Favara a rischio

FAVARA. Rendiconto di gestione kaput. Dopo 2 sedute consiliari andate a vuoto per mancanza di numero legale, al terzo appello gli inquilini dell'aula "Falcone e Borsellino" hanno dato il ben servito al conto consuntivo relativo alla gestione finanziaria 2013 spalancando le porte al commissario ad acta, per la verità già nominato dall'assessorato regionale alle Autonomie, che dovrebbe procedere allo scioglimento anticipato del consiglio salvando, però, il sindaco come del resto impone la legge. Dopo aver fatto la frittata, qualche consigliere ha cercato affannosamente di capire su quali specchi arrampicarsi per rimediare ad un voto che più che sul rendiconto di gestione è stato contro il sindaco. La mancanza di motivazioni sull'atto bocciato aggrava la possibilità di mantenere in vita l'assise cittadina. A questo punto il rendiconto dovrebbe essere approvato dal commissario con contestuale scioglimento del consiglio. «È stato un atto di grave irresponsabilità - dice il capo dell'amministrazione Rosario Manganella - da parte di un gruppo di consiglieri che, senza avere avuto la capacità di entrare nel merito del provvedimento e senza sollevare questioni di ordine finanziario, si sono limitati a bocciarlo. Ma così facendo non è il sindaco che esce con le ossa rotte quanto la comunità favarese». A votare a favore del rendiconto di gestione sono stati in 10: Paolo Alaimo, Pasquale Bottone, Gaetano Caramazza Gero Castronovo, Genny Chianetta, Antonio Limblici, Giuseppe Milioti, Pasquale Milioti, Giuseppe Rizzuto, Stefano Valenti. Contro si sono espressi Antonio Alaimo, Giuseppe Bellavia, Salvatore Broccia, Filippo Ceresi, Salvatore Lupo, Antonio Palumbo, Rino Scalia, Tania Sgarito, Mariella Vella. Gli astenuti sono stati Giuseppe Nobile, Giacomo Distefano e il presidente dell'assise Leonardo Pitruzzella. Sempre nella stessa serata, il consigliere Salvatore Lupo ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia al sindaco avendo raccolto 13 adesioni. Ma perché possa andare a buon fine occorrerà il voto favorevole dei 2/3 dei consiglieri (nel numero di 20).

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