LAMPEDUSA. «Quando è arrivato era restio a raccontare la propria vicenda e ad aprirsi, soprattutto con le ragazze. Poi, con il tempo, è riuscito ad affiatarsi in famiglia, tanto che con le nostre figlie è come se fossero fratelli di sangue. Nell'isola, poi, è conosciuto e benvoluto da tutti. È un ragazzo educatissimo e molto attento all'osservanza dei precetti previsti dalla religione musulmana. Siamo stati fortunati perché, accogliendo lui, abbiamo trovato un angelo».
Così, Lillo Maggiore di Lampedusa racconta la storia di S., sedicenne senegalese soccorso nell'ambito dell'operazione Mare Nostrum, approdato ad Augusta, ospitato in un centro di accoglienza di Messina e dopo sette mesi accolto a Lampedusa dalla famiglia Maggiore grazie anche all'impegno dell'associazione Amici dei Bambini (Ai.Bi.).
I coniugi Lillo e Piera le due figlie Maria ed Eleonora si sono presi cura di del ragazzo aiutandolo a integrarsi in Italia. Non è la prima volta per la famiglia Maggiore, che anche durante l'esodo per la Primavera araba del 2011 accolsero Alex e Tami, due giovani profughi tunisini che fecero nascere nella famiglia Maggiore il desiderio di aiutare in maniera più stabile un minore non accompagnato.
Grande gioia, quindi, per l'arrivo di S. sulla maggiore delle Pelagie dopo mesi d'attesa: «Non era mai andato a scuola, non ne aveva avuto mai la possibilità - spiega all'Amico del Popolo Lillo Maggiore, nominato tutore dopo sette mesi di attesa -. Eppure, in pochi mesi, è riuscito a imparare a leggere e a scrivere, anche grazie all'insegnante di lettere, alla quale si è molto legato e che gli ha dedicato tempo e attenzione».
S. naturalmente non dimentica la sua famiglia rimasta in Senegal. «Ogni settimana chiama i propri genitori, i quali sono contenti di saperlo sereno e affidato alle nostre cure», racconta Lillo Maggiore orgoglioso dei progressi fatti dal minore. Anche lo sport si è rivelato molto importante per l'integrazione del giovane senegalese che ha cominciato a giovare nella squadra di calcio locale e si allena tre volte a settimana. S., adesso, vuole in qualche modo restituire al prossimo l'aiuto ricevuto e ha così deciso di seguire un corso per diventare volontario della Croce Rossa e mettersi a disposizione per aiutare migranti e rifugiati che come lui arrivano stremati dopo un lungo viaggio nel Canale di Sicilia in fuga da guerre, persecuzioni e povertà.
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