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San Leone, nuova antenna Wind Grillini: troppi rischi per la salute

AGRIGENTO. Alla città di Agrigento non basta il numero imbarazzante di antenne sulla Rupe Atenea e nemmmeno la fatica che hanno fatto i residenti di Montaperto per bloccare l’installazione di un altro ripetitore. Adesso, la società telefonica Wind, ha comunicato al Comune di Agrigento l’inizio di attività per la realizzazione di un impianto di telefonia mobile presso la stazione radio base, esistente già da tempo ed operante, della Vodafon in piazzale Aster a San Leone. Presto, quindi, in una zona frequentatissima specie in estate notte e giorno, potrebbe «fregiarsi» di ben due impianti di telefonia che agiranno insieme andando a raddoppiare gli effetti dell’esposizione alle emissioni elettromagnetiche. «La notizia - tuonano i Grillini del Movimento Cinquestelle - ci offre lo spunto per sottolineare che ad Agrigento da tempo si assiste ad una progressiva e preoccupante deregulation del settore. I cittadini lo sanno e protestano. Come è noto il governo Monti cambiando i parametri di misura, ha di fatto permesso ai gestori di innalzare le emissioni elettromagnetiche ben al di sopra del limite di legge. Una superficialità inaccettabile alla luce delle sempre più numerose allerte della comunità scientifica, che, per bocca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2011 ha catalogato come potenzialmente cancerogene le emissione elettromagnetiche». I Grillini chiedono inoltre, all’Amministrazione di rendere noti il numero attuale degli impianti e dei valori di campo elettromagnetico già presenti nel territorio agrigentino e quindi i dati di “irraggiamento” a cui sono sottoposti i cittadini residenti vicino a tali impianti. « Ci chiediamo - concludono - se è stato predisposto dal Comune di Agrigento un Piano delle antenne volto a minimizzare l’esposizione dei cittadini all’elettromagnetismo, se esiste un responsabile per la verifiche del rispetto di tale piano. E’ preciso dovere infatti dell’Ente locale mettere in atto tutte le iniziative possibili a ridurre l’esposizione dei cittadini ai campi elettromagnetici e vigilare sulla potenziale dannosa proliferazione degli impianti. Sulla pelle dei cittadini non si scherza».

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