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Ospedale di Sciacca, «l’emergenza» approda all’Ars

SCIACCA. Quattordici deputati hanno presentato un ordine del giorno all'Ars sulla grave situazione in cui versa l'ospedale Giovanni Paolo II e l'assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, lo ha accettato come raccomandazione. L'ordine del giorno è una radiografia dell'emergenza che si registra ormai da tempo, partendo dal pronto soccorso, con la mancanza del personale infermieristico e ausiliario, e arrivando all'Anestesia e rianimazione dove mancano 8 medici, una carenza che, da lunedì 7 luglio, determinerà lo stop all'attività delle sale operatorie se non per le emergenze. E poi l'Emodinamica che adesso svolge servizio solo dalle 8 alle 14. Primo firmatario dell'ordine del giorno è il saccense Matteo Mangiacavallo, del movimento Cinque Stelle. Poi altri 12 grillini e l'onorevole Margherita la Rocca Ruvolo, dell'Udc. «La situazione nelle ultime ore si è ulteriormente aggravata divenendo una vera e propria emergenza capace da mobilitare l'intera comunità saccense - afferma Mangiacavallo - e tali argomentazioni sono state poste, per l'ennesima, volta, all'attenzione dell'assessore regionale alla Salute. Il governo assume l'impegno ad adottare tutte le azioni necessarie per la risoluzione delle criticità del Giovanni Paolo II, prevedendo un'opportuna deroga al blocco delle procedure concorsuali previsto nelle more delle ridefinizione delle nuova rete ospedaliera sì da garantire la copertura della carenza di organico delle unità operative in sofferenza». Per Mangiacavallo siamo in presenza di «un ulteriore piccolo passo in avanti verso la soluzione del problema che attanaglia la struttura sanitaria di Sciacca». Mentre tutta la città è mobilitata a sostegno del Giovanni Paolo II e le firme raccolte dalla commissione consiliare Sanità del Comune, sostenuta da diverse associazioni, sono già oltre tremila, sulla vicenda sono intervenuti anche altri parlamentari e sindacalisti. Un'interrogazione al governo regionale è stata presentata dall'onorevole Lillo Firetto. Il capogruppo dell'Udc chiede all'assessore alla Salute se è «al corrente di tali gravi situazioni che ledono il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, ai cittadini siciliani ed in particolare a quelli di Sciacca e del suo territorio ed in particolare quali azioni intende intraprendere nell'immediato per porre fine a tale critica situazione di grave rischio per la salute». Per l'onorevole Vincenzo Fontana, del Nuovo Centrodestra, vice presidente della commissione Sanità dell'Ars, «il secondo nosocomio nella provincia di Agrigento dopo il San Giovanni di Dio, l'ospedale di Sciacca, non si tocca, nessuno dei suoi reparti e specialmente quelli legati alle terapie di possibile urgenza può esser chiuso». Alfonso Buscemi, a capo della Funzione pubblica Cgil, sostiene che quanto accaduto fino ad oggi, i disagi che già si registrano «rappresenta solo una piccola punta di un iceberg. Allarmi di questa entità possono scoppiare in qualsiasi momento in tutta l'Asp. Noi lo avevamo denunciato nell'ultimo incontro in Prefettura - aggiunge Buscemi - quando alla fine di un sit in di protesta proprio per la carenza di personale nell'Asp agrigentina, rappresentammo questi nostri grandi timori». Anche la Consulta Giovanile, nel prossimo fine settimana, raccoglierà firme a sostegno dell'ospedale di Sciacca.

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