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Sciacca: nasce il museo del mare in contrada Muciare

SCIACCA. Un convegno della Fidapa su sviluppo sostenibile e archeologia subacquea nelle coste saccensi ha segnato l'apertura del Museo del Mare, in contrada Muciare. È stato lo stesso presidente della Lega Navale, Aldo Rossi, ad annunciarlo. Il museo ospita un gran numero di reperti ed in particolare i cannoni, tutti restaurati, rinvenuti, in venti anni di campagne di scavi, nel sito di Coda della Volpe, dai sub dei Gruppi Archeologici d'Italia. Intanto, è stato approvato dal Comune il progetto esecutivo relativo ai lavori di manutenzione straordinaria per la salvaguardia della costa antistante e il ripristino della viabilità per la fruizione del museo. L'importo complessivo è di 170 mila euro con somme stanziate, già negli anni scorsi, dal ministero dell'Economia e delle Finanze. «Adesso auspichiamo un'immediata sistemazione, da parte del Comune - dice il presidente della Lega Navale, Aldo Rossi - di questa strada ammalorata. Si tratta dell'unica strada che conduce alla struttura e dunque è necessario che l'amministrazione proceda in tempi brevi».
Museo fruibile, comunque, dalla prossima estate ed i Gruppi Archeologici d'Italia, guidati da Lillo Santangelo, sono pronti ad effettuare una nuova campagna di scavi a Coda della Volpe e questa volta in collaborazione con sub che arriveranno dalla Colombia. «Abbiamo avuto i nullaosta dalla Soprintendenza del Mare - dice Santangelo - ed a giugno svolgeremo le prime attività con il gruppo della Colombia. Loro svolgeranno campagne di scavi sul nostro sito e poi saremo noi ad andare in Colombia. Lo scambio internazionale riguarda la metodologia di scavo». Un doppio obiettivo quello dei sub: individuare e recuperare alcuni reperti della nave, fasciame dell'imbarcazione affondata nel 1581 nel mare di Sciacca, ma anche di riportare a galla armamenti, altri cannoni dopo quelli, in bronzo e in ferro, recuperati negli anni scorsi. «C'è dell'armamento di bordo - dice l'archeologo subacqueo Federico Fazio - compreso munizionamento e polvere da sparo. Si pensa che quello nel quale abbiamo operato lo scorso anno sia il luogo deputato alla santa barbara di bordo». Lillo Santangelo punta inoltre a chiare un aspetto: «Conoscere la vita che si conduceva su quell'imbarcazione e sapere come è affondata la nave, se in modo naturale o se invece, come io ritengo, è esplosa».

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