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Canicattì, dilagante l’evasione di «Ici» e «Imu» Il Comune elabora progetto di recupero

All’«appello delle casse mancherebbero circa 400 mila euro di mancati introiti dei tributi

CANICATTÌ. La giunta municipale, guidata da Vincenzo Corbo, ha autorizzato il dirigente incaricato ai Tributi e Finanze a realizzare un nuovo progetto obiettivo per cercare di recuperare l'evasione che si registra nella tassazione delle aree fabbricabili. Con un recente atto di giunta infatti è stato approvato un progetto ICI-IMU che dovrebbe consentire di realizzare e far affluire nelle casse comunali alcune centinaia di migliaia di euro. La spesa necessaria per pagare le nove unità lavorative impegnate sarà di circa quattromila euro. Il "progetto obiettivo ICI-IMU per il recupero dell'evasione sulle aree fabbricabili" prevede un impegno orario aggiuntivo, fuori dal normale orario di lavoro, di 35 ore per un funzionario D3 che percepirà un compenso lordo di 565,56 euro, 7 impiegati categoria C1 che percepiranno in totale 3.172,75 euro ed un impiegato categoria A5 che percepirà sempre al lordo 408,45 se svolgerà l'intero monte ore assegnato. Il modulo operativo coordinato dal funzionario responsabile ICI, Giuseppe Barnabà, dovrà emettere gli avvisi di accertamento entro la data del 30 aprile prossimo e formare il relativo ruolo per il recupero dell'evasione stimata di circa 400 mila euro entro il 30 giugno di quest'anno. Alla base della delibera, nelle motivazioni, più che l'innegabile necessità di reperire risorse liquide aggiuntive per rivitalizzare il bilancio "il forte segnale di legalità e giustizia sociale che si vuole dare ai cittadini con la lotta all'evasione e la distribuzione dei costi su una base quanto più ampia possibile di contribuenti". La Corte dei Conti negli anni è stata sempre più sensibile a queste motivazioni e non ha risparmiato critiche alla gestione della spesa e alla formazione delle politiche fiscali e di bilancio portate avanti dagli amministratori e dai dirigenti comunali al punto di definire il comune di Canicattì "ente in stato di dissesto strutturale" lasciando prefigurare orizzonti non certo incoraggianti. Di contro i diretti interessati rassicurano sulla "solidità ed equilibrio gestionale dell'ente nelle sue varie articolazioni". Diversamente si rischierebbe la bancarotta, lo scioglimento degli organismi elettivi ed il commissariamento che porterebbe come primo atto all'elevazione al massimo di tutte le aliquote fiscali e al taglio delle spese.

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