Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Consorzio universitario di Agrigento a corto di soldi, deciso il taglio di due corsi di laurea

AGRIGENTO. I soldi che non ci sono. I contributi da parte di Regione, Comune, Provincia e Camera di Commercio che si assottigliano. Il consorzio universitario di Agrigento, stretto dalla morsa dei debiti, sceglie di tagliare la propria offerta formativa. E lo fa, individuando due corsi di laurea da immolare "per ragioni di bilancio". I due corsi da "sacrificare" - sull'altare della gestione economica, sempre più difficile - sono "Ingegneria informatica e gestionale" e "Servizio sociale". L'ultima parola - se tagliare o meno questi corsi, facendoli tornare a Palermo; individuarne altri da "abolire" nella città dei Templi; o se trovare una soluzione alternativa - spetterà, però, all'università di Palermo.
"L'università di Palermo - ha spiegato ieri il vice presidente del Consorzio universitario di Agrigento, Giovanni Di Maida, - ha chiesto di esprimerci sull'offerta formativa del prossimo anno accademico. Inoltre, ci è stato chiesto di rientrare su debiti che vanterebbe per 8 milioni di euro, contratti dalla pregresse gestioni. Facendo i conti - entra nel merito Di Maida - coi contributi racimolati da Regione, Comune, Provincia e Camera di Commercio, non possiamo mantenere l'attuale offerta formativa. A meno che, non ci vengano incontro e non riducano la quota di partecipazione dal 50 per cento attuale al 35 per cento o meglio ancora al 25 per cento. In caso contrario, non riusciremo a salvare i corsi di laurea di Agrigento". L'università di Palermo dovrebbe pronunciarsi entro metà della settimana entrante. Se verrà accettata la proposta di ridurre la quota di compartecipazione, i corsi di laurea saranno salvi. Ma Palermo potrebbe anche decidere - nonostante la proposta di Agrigento - di lasciare "Ingegneria informatica e gestionale" e "Servizio sociale" e di tagliare, ad esempio, i corsi di laurea di Giurisprudenza ed Architettura.
"La scelta dei corsi di laurea da tagliare - spiega, ancora, Di Maida - è stata fatta sulla base della popolazione accademica. Gli iscritti a Servizi sociali sono 52. E lo sono perché c'è, purtroppo, contrariamente alle università private che non hanno questi paletti, il numero programmato". In merito ai debiti del consorzio universitario di Agrigento, motivo per il quale Palermo starebbe battendo cassa, Di Maida chiarisce: "Abbiamo dato mandato ai revisori dei conti di controllare quanti e se dobbiamo dare soldi all'università di Palermo. Si tratta di fondi per contratti ai docenti. Le passate gestioni hanno fatto dei concorsi, ma la nostra convenzione prevede che il Consorzio concorre alla spesa fino alla somma che disponiamo. Loro, però, sarebbero andati oltre, generando questi debiti. Adesso - conclude Di Maida - c'è da capire se questi soldi gli spettano o meno a Palermo e a quanto ammontano".

Caricamento commenti

Commenta la notizia