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Rifiuti, mancano soldi per la discarica: Si portano a Gela ma costa il doppio

L’emergenza resta dietro l’angolo. La Gesa senza soldi non paga, disattesi i protocolli d’intesa con l’impresa Catanzaro

AGRIGENTO. Rifiuti e paradossi. Mancano i soldi per pagare le imprese che svuotano i cassonetti e l’impresa che gestisce la discarica, monta la protesta e si alzano gli scudi. Il risultato è che da alcuni giorni le tonnellate di spazzatura raccolte nei quasi venti comuni dell’Ato di Agrigento vengono portati a Gela, pagando quasi il doppio del normale più le spese di trasporto, operai e carburante escluso. Tutta colpa del braccio di ferro tra l’impresa Catanzaro e la Gesa che va avanti da mesi e mesi. I rapporti commerciali, ed il relativo contenzioso, si riferiscono a due momenti: un periodo passato (dal 2008 a metà 2012) e quello corrente. Il debito complessivo di Gesa verso la società Catanzaro ammonta, fino ad oggi, a circa sei milioni di euro (5,7 per l’esattezza). Che comprende anche il servizio reso da agosto a dicembre 2011 , oltre gli ultimi 5 mesi del 2012 che sta per andar via. Tutto, ovviamente non pagato. Per recuperare qualcosa, magari dei periodi più lontani, l’impresa Catanzaro ha avviato procedure di pignoramento per 620 mila euro. Il procedimento giudiziario è frutto di una causa originata dal danno causato da omessi e ritardati pagamenti che risalgono a prestazioni rese fino al 2005. La relativa causa è stata intentata nel 2008 ed è sfociata nell'ordinanza di condanna emessa dal giudice poche settimane fa. La Gesa, inoltre, non ha pagato neanche le somme (3,5 milioni del debito complessivo di 5, 7 milioni) previste in apposito contratto di transazione sottoscritto nel febbraio 2012. Con quell’intesa la Gesa s’impegnava a ripianare parte dei debiti e la Catanzaro rinunciava agli interessi, alle spese legali nonché al maggior danno subito dai ritardati pagamenti di Gesa e "allungava ulteriormente " il tempo di pagamento del debito in favore della impresa Catanzaro fino al marzo 2013. È saltato tutto, e la conseguenza del mancato pagamento è stata la rescissione della transazione. Dunque tutto fermo e niente soldi all’impresa Catanzaro, nel frattempo, però, sono state versate liquidazioni ad altri debitori. Come le imprese che si occupano della raccolta, per debiti accumulati a seguito di prestazioni svolte tra settembre e ottobre 2012, dunque successivi al periodo di credito rivendicato dall’impresa che gestisce la discarica di Siculiana. Per dipanare la matassa l’impresa ha proposto un nuovo schema di contratto. Dalla Gesa, però, nessuna disponibilità. La Catanzaro ha ricevuto una controproposta: escludere dal contratto il pagamento del debito pregresso (5, 7 milioni) e non saldare le prestazioni ricevute anche nel 2008. L’epilogo arriva alla vigilia di Natale: la Catanzaro rivendica il dovuto, la Gesa preferisce non toccare questo tasto e fa orecchie da mercante. La Regione autorizza la Gesa a conferire nella discarica di Gela autorizzando, così, un maggiore costo per il conferimento di 230 mila euro al mese. La discarica di Gela, infatti, applica una tariffa pari a 92 euro a tonnellata a fronte dei 60 praticata dalla Catanzaro. Più il trasporto. E l’emergenza, così, andrà avanti. Anche nel 2013.

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