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Il missionario siciliano ferito in Africa: è stato il suo autista ad aiutare la banda

Arrestate otto persone, fra le quali la guardia del corpo di don Angelo Burgio, sacerdote di Campobello di Licata

AGRIGENTO. Tradito dalla sua guardia del corpo. Emergono nuovi particolari sul ferimento ad Ismani del missionario agrigentino, don Angelo Burgio, originario di Campobello di Licata e dal 1979 parroco della diocesi di Iringa, in Tanzania.
La polizia africana ha infatti arrestato l’autista, nonché guardia del corpo di padre Angelo, con il sospetto di avere dato informazioni utili ad un gruppo di ladri che avrebbero tentato una rapina ai danni del sacerdote. Oltre all’autista e bodyguard, sono state fermate sette persone che avrebbero fatto parte della gang che voleva portare a termine il colpo. Pare che la guardia del corpo di don Angelo, uomo molto fidato, tanto che lo scorso anno ha accompagnato il missionario durante la sua permanenza nell’Agrigentino in occasione della Quaresima di fraternità, abbia fornito informazioni utili ad una banda sul fatto che in parrocchia c’era una stanza dove venivano custoditi dei soldi, frutto di una raccolta di beneficenza ed alcuni regali che don Angelo è solito fare ai suoi parrocchiani. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto. Pare che padre Angelo e il suo aiutante, padre Herman, abbiano sentito dei rumori e nella notte si siano alzati per verificare se c’erano dei ladri. Quindi, si sono trovati di fronte un gruppo di persone che hanno esploso dei colpi di pistola, raggiungendo padre Angelo alle costole.
Trasferito in ospedale, è stato operato. Per fortuna, i proiettili non hanno leso organi vitali. I medici hanno estratto due proiettili. Tutti questi particolari sono stati forniti dalla famiglia di don Angelo Burgio, che si trova a Campobello. La nipote, l’avvocato Valentina Burgio, sta seguendo tramite l’ambasciata le fasi dell’indagine. «Adesso – racconta l’avvocato Burgio – mio zio è piantonato in ospedale. Ci sono molte persone, provenienti dai villaggi più lontani, che si stanno organizzando con i pullman per raggiungere l’ospedale dove don Angelo è ricoverato. Tutti vogliono bene a “Baba Angelo”, così sono soliti chiamarlo. E molte altre persone sono ammassati davanti all’ospedale e chiedono alla polizia di poter fare visita al loro amato sacerdote. Le sue condizioni di salute sono buone, il peggio è passato. Ci dispiace solo che a tradirlo sia stata una persona di cui lui si fidava».
Intanto, la mattina del 23 novembre si terrà un’assemblea del clero dedicata espressamente al discernimento sulle scelte missionarie della Diocesi per il futuro. «Non si tratta solo di Ismani – scrive su facebook una dei tanti volontari, Roberta Di Rosa - ma di tutti noi, dello spazio che la Diocesi vuole lasciare nel suo cuore per la missione ad gentes, la sensibilità che ha o che vuole coltivare verso il mondo, verso i nostri fratelli ovunque essi siano. Per questo vorremmo condividere un momento di preghiera. Ci riuniremo giovedì 22 novembre alle 20.30 per una Veglia presieduta da padre Luigi Mazzocchio presso la Chiesa Santa Maria degli Angeli».

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