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Rifiuti, sbloccati i soldi per le imprese: arrivano gli arretrati per i netturbini

I sindaci hanno quasi tutti mantenuto gli impegni di pagamento di parte dei loro debiti arretrati alla Gesa

AGRIGENTO. Sono stati mantenuti gli impegni di pagamento da parte dei sindaci dell’Ato Ag2 che, chi più chi meno, hanno versato quanto promesso alla Gesa che ha così avuto modo di girare le somme alle ditte del raggruppamento temporaneo di imprese che gestisce l’appalto, in regime di proroga, del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in 19 comuni, capoluogo compreso. Ora sarà compito delle imprese girare, con i tempi tecnici necessari, i soldi agli operai che aspettano il saldo al degli arretrati al 31 agosto, importi diversi da lavoratore a lavoratore, e la quattordicesima mensilità.

Poi, al termine del 22 giorni di «emergenza», decretati dal soggetto attuatore Maurizio Norrito, arriveranno i soldi per pagare il 70 per cento dello stipendio di settembre mentre gli importi rimanenti saranno a carico di Gesa. Intanto sui debiti degli Ato regionali, si continua a discutere delle anticipazioni date rispetto al programma, dal presidente della Regione Rosario Crocetta che ha anticipato l’inserimento di un emendamento alla Finanziaria regionale per pagare i debiti degli Ato che ammontano a diverse centinaia di milioni di euro.

Crocetta ha spiegato che la Regione potrebbe essere in grado di dare 100 milioni subito e 50 milioni all’anno per i prossimi 5 anni. I Comuni restituiranno in vent’anni i soldi che permetterebbero ai Comuni di gestirsi il servizio, cosa che adesso non possono neanche lontanament eimmaginare di fare, se non attraverso propaganda politica, perchè i bilancio sono quasi ovunque in passivo e talvolta a rischio fallimento. Ma per l’Ato Ag2, così come per gli altri, si avvicina il momento della soppressione così come era già previsto.

«I Comuni - ha più volte detto Crocetta - possono gestirsi autonomamente il servizio, come avveniva prima dell’arrivo degli Ato. Ogni Comune si fa il servizio rifiuti che si può permettere, e se qualcosa non funziona i cittadini sanno con chi se la debbono prendere. E quando c’è sciopero non se la prenderanno più con un ente inesistente. Se poi vogliono avere il servizio in modo consortile debbono dare una fidejussione bancaria, così ci assicuriamo che se stanno insieme sono anche in grado di sostenere i costi. Con queste piccole modifiche non c’è bisogno di fare nessuna riforma»

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