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Il video degli arresti di Gela, il procuratore: "Troppa omertà"

Un diffuso senso di omertà e l’abitudine a farsi giustizia da soli continuano a caratterizzare certi ambienti gelesi. È quanto evidenziato dal procuratore di Gela, Fernando Asaro, e dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Vincenzo Pascale, nel corso della conferenza stampa sulle quattro misure cautelari emesse questa mattina nei confronti di altrettanti gelesi, due accusati di tentativo di omicidio e due di aver intimidito una persona per rendere falsa testimonianza.

Secondo quanto emerso, i due accusati di tentato omicidio sono zio e nipote. Il primo ha investito l’altro mentre si trovava a bordo del suo scooter, per poi colpirlo con una catena; il secondo, una volta ripresosi, è andato a sparare alla cugina che è riuscita a schivare il proiettile.

«Anche in questo caso si verifica un diffuso senso di omertà - spiega Asaro - tant’è che la denuncia dell’episodio in danno della famiglia della ragazza interviene soltanto molte ore dopo il fatto. Va evidenziato che siamo in una domenica mattina (quella dello scorso 2 maggio, ndr), quindi in pieno giorno, in una zona frequentata, dove un’auto a tutta velocità insegue uno scooter, con a bordo una persona, come descritto dalle immagini. Successivamente l’automobilista investe l’altro giovane per due volte per poi picchiarlo con una catena. Dopodiché la vittima va a sparare all’indirizzo di un’abitazione. Tanta gente per strada, tanti testimoni ma come al solito c’è tanta omertà. Non è la prima volta. Ci confrontiamo con attività che poi acquisiamo attraverso lo sforzo degli organi investigativi, in questo caso dell’Arma dei carabinieri, a cui magari si lega qualche testimonianza, ma che non va ad aggiungere nulla alle indagini e le integra soltanto».

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