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Da Licata la droga per la movida di Catania e Messina, nove coinvolti

AGRIGENTO. Dal produttore direttamente al consumatore. Così nelle campagne agrigentine veniva coltivata la marijuana per poi essere rivenduta tra Licata, Catania e Messina. I carabinieri di Licata hanno scoperto  un gruppo criminale che avrebbe smerciato marijuana e cocaina.

I militari hanno scoperto che almeno dieci persone sarebbero coinvolte nel commercio di droga, sviluppando un’intensa attività. Sono state emesse nove misure cautelari dal gip del Tribunale di Agrigento, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Le accuse sono di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare quattro dei coinvolti sono agli arresti domiciliari, per quattro imposto il divieto di dimora, un ultimo è sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I provvedimenti sono scaturiti da un’indagine sviluppata attraverso intercettazioni e pedinamenti, che hanno consentito di documentare le modalità di approvvigionamento della marijuana e la successiva vendita al dettaglio tra i giovanissimi, in particolare nelle piazze della movida di Licata, Messina e Catania.

Nel corso delle indagini è stato accertato che il gruppo avrebbe venduto  nella piazza etnea complessivamente circa 7 chili di marijuana. E’ stata trovata e sequestrata una piantagione di marijuana individuata in contrada Giacobbe di Licata, con una serra estesa per circa 3.000 metri quadrati, realizzata con rivestimento in plastica opacizzata, all’interno della quale i militari hanno rinvenuto circa 2.800 piante di marijuana dell’altezza media di 4,5 metri.

Ai domiciliari c'è anche un sottoufficiale della Guardia costiera, si tratta di Marco Ucciardello di 34 anni, originario di Messina ma residente a Licata. Stesso provvedimento per Marco Cavaleri, 32 anni, di Licata; Agostino Curella, 35 anni, di Licata; Angelo Manganello, 42 anni, originario di Palma di Montechiaro.

Il divieto di dimora è stato firmato dal Gip, invece, per altri quattro indagati: due italiani, un marocchino e un egiziano regolarmente residenti sempre a Licata. L'obbligo di presentazione alla polizia è stato invece firmato per una licatese trentenne.

La marijuana veniva - secondo la ricostruzione dei carabinieri e della Procura - smerciata a Licata. Ma grazie all'ottima qualità e alle conoscenze o amicizie venivano rifornite anche le piazze della movida di Catania e Messina dove la droga giungeva in macchina. Pusher catanesi o messinesi però non ne sono stati identificati durante l'inchiesta che è durata oltre un anno e mezzo.

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