Padre Sebastien Ntumba è stato nominato da Papa Francesco primo vescovo della nuova diocesi di Tshilomba, in Congo. Il sacerdote, che per tredici anni ha prestato il suo servizio nell’Arcidiocesi di Agrigento, ha lasciato un bel ricordo tra i fedeli, che lo hanno conosciuto nei diversi incarichi assunti fino al 2016, quando venne poi richiamato nel suo paese di origine.
A ricordarlo è soprattutto don Carmelo Petrone, direttore dell’Ufficio comunicazioni della Curia, con cui ha condiviso personalmente esperienze pastorali. «Leggendo questa notizia - spiega don Petrone, su L’amico del Popolo - il mio cuore si è riempito di gioia perché padre Sebastien è stato sacerdote Fidei Donum nella nostra arcidiocesi, ricoprendo nel suo servizio in diocesi diversi incarichi». È stato amministratore della Parrocchia della Trasfigurazione di Palma di Montechiaro, per un anno nella Parrocchia di Maria Santissima della Catena di Villaseta e infine nella Parrocchia San Nicola di Fontanelle. «Ho avuto il piacere di collaborare con lui, per oltre cinque anni, a Fontanelle - sottolinea don Carmelo Petrone - passati velocemente, ma sufficienti per conoscerlo e per scoprire alcuni aspetti per cui ancora oggi gli rivolgo il “nostro” grazie. Lo faccio pensando di interpretare i sentimenti della comunità di Fontanelle».
Un legame che resta ancora vivo. «Grazie, caro fratello e padre Sebastien - aggiunge il direttore dell’Ufficio comunicazioni della Curia - per la puntuale e preziosa collaborazione pastorale, per la tua preparazione in ordine alla predicazione nelle celebrazioni, alla catechesi e agli altri momenti formativi; per la tua disponibilità al servizio dei malati e all’ascolto delle persone, soprattutto nelle confessioni. Grazie anche per la fraternità sacerdotale che abbiamo sperimentato tra tutti noi. Ricordati della comunità San Nicola, di tutte le persone che qui hai amato e che ti continuano a volere bene».
La notizia della elezione a vescovo di padre Sebastien, ha suscitato grande emozione. «Caro padre Sebastien, ora il Signore ti chiama al ministero episcopale nella chiesa Congolese della tua amata e martoriata Africa che ti ha generato nella fede e di cui ci parlavi sempre – aggiunge don Carmelo Petrone – educandoci ad avere segni di attenzione e stili di vita sobri. Come quando declinavi gli inviti al ristorante in occasioni di matrimoni e feste. Quello che poteva sembrare un gesto di scortesia era invece, come una volta mi hai confidato, un segno di solidarietà con la tua gente, spesso priva del necessario e un invito silenzioso a modificare i nostri stili di vita. Da te abbiamo imparato l’accoglienza fraterna, anche solo nell’ospitare e condividere momenti di vita spirituale, con i tuoi conterranei, presbiteri, religiosi e fedeli, in terra agrigentina di cui eri punto di riferimento in diocesi e la parrocchia una casa accogliente per tutti, anche per un pranzo con i piatti poveri, dall’odore inconfondibile, della tua terra. Tanti auguri caro padre Sebby, come ti chiamavano i più piccoli nel “battere il cinque”. Da noi sarai sempre il benvenuto».
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