I giudici della Corte di appello di Palermo hanno inflitto 13 condanne e deciso un'assoluzione nell'ambito del processo scaturito dalla maxi inchiesta "Icaro" che, fra il dicembre 2015 e i mesi successivi, ha portato in carcere una ventina di persone accusate di far parte delle nuove famiglie mafiose dell'Agrigentino. La sentenza di primo grado, emessa con rito abbreviato dal gup di Palermo, è stata confermata quasi interamente.
Per 11 imputati le condanne non sono state modificate. Si tratta di Pietro Campo, 66 anni, di Santa Margherita Belice, ritenuto "esponente di vertice dell'organizzazione criminale nel territorio": la pena inflitta è di 14 anni di reclusione in continuazione con una precedente sentenza.
Condanna anche per il presunto capo della famiglia mafiosa di Agrigento: Antonino Iacono, 64 anni, pure per lui è stata confermata la pena in continuazione a 14 anni e 8 mesi di reclusione. Francesco Messina, 61 anni, cugino del padre del boss Gerlandino Messina, è stato condannato a 14 anni e 8 mesi di reclusione con l'accusa di essere stato il nuovo capo della cosca di Porto Empedocle.
Nella lista anche: Francesco Capizzi inteso "il milanese", 50 anni, di Porto Empedocle (10 anni); Francesco Tarantino inteso "Paolo", 29 anni, di Agrigento (10 anni); Mauro Capizzi, 47 anni, di Ribera (10 anni e 8 mesi); Santo Interrante, 34 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni); Giacomo La Sala, 47 anni, di Santa Margherita Belice (10 anni e 4 mesi); Rocco D'Aloisio, 46 anni, di Sambuca di Sicilia (10 anni); Tommaso Baroncelli, 40 anni, di Santa Margherita Belice (8 anni e 8 mesi); Emanuele Riggio, 45 anni, di Monreale (3 anni e 4 mesi).
Per Diego Grassadonia, 54 anni di Cianciana, la condanna a 10 anni di reclusione è stata ridotta a 9 anni per effetto dell'esclusione dell'aggravante di essere stato un capo promotore. Per Giuseppe Lo Pilato, 47 anni, di Giardina Gallotti, frazione di Agrigento, assolto in primo grado è stata decisa la condanna a 9 anni di reclusione per l'accusa di associazione mafiosa. Confermata l'assoluzione di Leonardo Marrella, 41 anni, di Montallegro, nei cui confronti il procuratore generale Emanuele Ravaglioli aveva chiesto la condanna a 8 anni.
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