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Sport e laurea, la storia di Asja che da Porto Empedocle ha battuto la Sindrome di Down

Asja Abate

“Nostra figlia è sempre andata incontro alle cose che le piacevano con le sue gambe, noi abbiamo dato tutto il supporto che potevamo, e oggi siamo orgogliosissimi di lei”. A parlare è Caterina, la madre di Asja Abate, atleta paralimpica di ginnastica artistica che porta al collo già tante medaglie e che il 19 febbraio ha tagliato un altro importante traguardo, laureandosi nel corso triennale di Scienze delle Attività motorie e sportive.

Asjia è giovanissima, 21 anni, e a Porto Empedocle, dove vive, “il percorso di studio è stato abbastanza lineare grazie all’università che accompagna molto gli studenti, in particolare quelli come Asja che hanno la Sindrome di Down, anche se non privo delle consuete difficoltà: qualche materia più ostica, qualche momento più in salita” dice la mamma.

La formula per superare gli ostacoli però è sempre la stessa, la più antica del mondo: calma, supporto, perseveranza. E uno studio, nel caso di Asja, ben organizzato, affinché università e attività sportiva potessero convivere.

“La mattina studiava con un’educatrice assunta ad hoc - racconta Caterina -, il pomeriggio nei ritagli di tempo tra un allenamento e l’altro studiava con me, che sono insegnante di sostegno. Così ce l’abbiamo fatta”.

Nel frattempo sono arrivati anche i riconoscimenti in ambito sportivo: Asja ha conquistato 3 medaglie d’oro e una d’argento ai Campionati Nazionali di Ginnastica Artistica e Ritmica del 2014, qualificandosi come campionessa italiana alla trave, nelle parallele e nel corpo libero. Nel 2015 il bronzo nella classifica generale dei Campionati di ginnastica artistica di Montara e ancora bronzo ai Trisome Games di Firenze del 2016.

“Asja è sempre stata un vulcano - prosegue Caterina - da bambina si è avvicinata allo sport, anche per canalizzare la sua energia. Così, contestualmente, ha praticato per anni basket, nuoto e ginnastica - ride”. Alla fine è stata la ginnastica artistica a prevalere, e a questa Asja intende dedicare la sua vita non solo di sportiva, ma di studiosa e futura lavoratrice.

“Nei prossimi giorni procederemo a iscriverla agli studi specialistici in Riabilitazione Sportiva, e speriamo che un giorno possa coronare il suo sogno, lavorando nella palestra in cui si allena attualmente: una piccola realtà che ha saputo accoglierla, valorizzarla e spronarla a prendere delle responsabilità anche all’interno della struttura stessa”.

Asja infatti è già istruttrice di pilates e tecnico societario di ginnastica artistica, può cioè portare i bambini in campo gara in ambito regionale ed è facile immaginare quanti altri successi sarà in grado di ottenere. “I suoi traguardi li dobbiamo anche al modo in cui l’abbiamo cresciuta - dice poi la mamma - è sempre stata trattata come qualsiasi altra ragazza, non è stata mai esonerata dal seguire le regole che in famiglia ci ponevamo tutti, anche per questo il rientro di popolarità che stiamo vivendo in questo periodo grazie a lei ci è un po’ estraneo: noi non siamo orgogliosi perché la nostra figlia diversamente abile è riuscita a laurearsi, ma perché nostra figlia, come suo fratello prima di lei, ha raggiunto un traguardo a cui noi genitori tenevamo molto. Detto questo, ci rendiamo conto che ci sono delle difficoltà in più, che ci sono tanti ragazzi che nonostante gli sforzi devono confrontarsi con dei limiti invalicabili, e siamo felicissimi che Asja ce l’abbia fatta”. Ad maiora.

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