
AGRIGENTO. Le prime righe della nuova storia sono state abbozzate. Perché il viaggio continua. Ed il Giornale di Sicilia, «che focalizza più che mai l'obiettivo sul territorio - ha spiegato ieri il nuovo vicedirettore responsabile, Marco Romano - continuerà a riempire le sue pagine delle meraviglie e delle nefandezze della Sicilia, delle sue potenzialità e delle sue storture, dei suoi martiri e dei suoi mostri».
«La nostra storia - La nuova storia», l'iniziativa che ieri Romano ha presentato alla città di Agrigento insieme alla linea editoriale avviata dallo scorso 11 aprile, ha avuto una location d'eccezione: un luogo - il Giardino della Kolymbethra - che ha dimostrato, grazie al Fondo ambiente italiano (Fai), di sapere risorgere. E in una terra di rinascita, ieri, si è incastonata una delle tappe più importanti di un giornale vecchio quanto l'Italia: 157 anni ed oltre 50 mila prime pagine.
«Il nostro viaggio continua - ha detto il vicedirettore responsabile-. Continua in edicola e sulla versione più moderna, quella digitale: dove trovate lo stesso identico quotidiano che va in edicola, magari spendendo meno, abbonandovi e comprandolo direttamente da casa vostra, senza neanche alzarvi dal letto al mattino, interagendo con gli articoli e le inserzioni pubblicitarie, consultando l'archivio delle copie dei giorni precedenti, ritrovandovelo sullo smartphone, sul tablet, sul computer in ogni momento della giornata.
E tutto, tutto a colori. A colori anche le pagine che in edicola trovate in bianco e nero. Insomma un modo nuovo, più comodo, conveniente e completo di leggere il giornale». «La nostra storia - La nuova storia» è stata già presentata a Palermo ed a Trapani. Ad aprire l'incontro, presentando un video di poco più di tre minuti che ha sintetizzato l'attività del gruppo Giornale di Sicilia, è stata Marina Turco di Tgs.
«Ad Agrigento, ogni giorno, dedichiamo almeno otto pagine, ma oggi (ieri per chi legge, ndr) erano 10, tutte di cronache del territorio. E dico almeno non a caso - ha spiegato Romano - visto che spesso buona parte delle notizie cittadine o locali trasmigrano dalle pagine di cronaca finendo nella parte principale del giornale, quella cioè comune a tutte le edizioni». All'incontro era presente il direttore del Giardino della Kolymbethra Giuseppe Lo Pilato, il sindaco di Agrigento Lillo Firetto, il prefetto Nicola Diomede, il regista Michele Guardì e il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina.
Ad accogliere i tanti ospiti anche i sapori, gli odori e le prelibatezze dell'azienda Fiasconaro, protagonista di una partnership con il Giornale di Sicilia. «Oggi abbiamo bisogno di buona politica e di tanta buona comunicazione. Lo stravolgimento della buona informazione sui social - ha detto il sindaco Firetto - non serve a niente. Mi aspetto dal giornale un'analisi della verità». «Il mio è un rapporto d'amore con il Giornale di Sicilia - ha detto Michele Guardì -. E il quotidiano ha seguito con affetto ed amore tutti i miei piccoli passi verso il lavoro che avevo in testa di fare e che continuo a fare».
Guardì ha raccontato anche di un guasto verificatosi, decenni fa, nella trasmissione degli articoli in tipografia. «Una tragedia - ha detto -. Il Giornale poteva non uscire. Si vide una cosa straordinaria che segna il rapporto fra il giornalista ed il proprio giornale, una cosa che non c'è in altri giornali: un rapporto fisico. I giornalisti dettarono quello che avevano scritto...».
«Tutt'ora, la prima cosa che faccio, il mio rito fermo, è sfogliare ogni mattina il giornale. È quel rito che mi consente, e lo consente a tante persone, - ha detto il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, - di entrare, seppur attraverso le parole, le fotografie di altri, in comunicazione con gli altri, con i problemi degli altri che, poi in qualche modo, diventano i miei problemi. È un modo che mi è caro, che mi è congeniale per entrare in questa forma di comunicazione».
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