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Sciacca, mancano i medici e Ortopedia chiude: riaprirà il 18 con i chirurghi in arrivo da Palermo

Da gennaio a giugno gli interventi sono stati possibili grazie ai professionisti del Civico, adesso scatterà la convenzione con il Buccheri La Ferla

Non ci sono medici disponibili. E così, dopo 7 mesi, sono stati nuovamente chiusi gli accessi dei pazienti nel reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Sciacca. Eventuali urgenze, ma anche gli stessi interventi programmati, sono dirottate al San Giovanni di Dio di Agrigento. A segnalarlo il comitato per la salute. L'Asp spiega che si ovvierà grazie all'arrivo di chirurgyhi da Palermo, come è già avvenuto in questi mesi.

Da gennaio in poi, nell’ambito di una convenzione stipulata alla fine del 2023 e scaduta lo scorso 30 giugno, le sedute operatorie a Sciacca sono state garantite da un’équipe di chirurghi ortopedici del Civico di Palermo, capeggiata dal suo primario Franco Raso, mentre l’assistenza post-operatoria dei degenti e le prestazioni ambulatoriali sono state svolte da due medici in pensione, richiamati in servizio in regime di rapporto libero professionale. Il contratto con questi due medici però è stato risolto nelle settimane scorse dall’Asp di Agrigento, perché ritenuto troppo oneroso.
«È una situazione assurda - dice Ignazio Cucchiara, portavoce del comitato civico per la sanità di Sciacca - soprattutto se si pensa che il primario di Ortopedia, il dottor Giuseppe Tulumello, vincitore di concorso per il Giovanni Paolo II, da mesi è stato trasferito all’ospedale di Agrigento. Insieme a lui anche un suo aiuto. E così, per far funzionare il reparto al San Giovanni di Dio si sono portati via i medici di Sciacca. Riteniamo che si tratti di interruzione di pubblico servizio, e per questo abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica».

Sulla vicenda interviene il direttore generale dell’Asp di Agrigento, Giuseppe Capodieci: «Per fronteggiare con solerzia le criticità legate alla carenza di personale medico - ha dichiarato - la Direzione strategica aziendale ha attivato una convenzione con l’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo finalizzata a garantire l’esecuzione di sedute operatorie presso l’Unità operativa di Ortopedia del Giovanni Paolo II di Sciacca. La convenzione è già attiva e sarà immediatamente operativa a seguito dell’immissione in servizio di nuovi dirigenti medici che garantiranno la continuità assistenziale nel post-operatorio».

L’azienda ha avviato il reclutamento di ulteriori professionisti lungo una duplice direttiva: attraverso la pubblicazione di un avviso pubblico per personale libero professionista, cui hanno già risposto due medici che saranno a breve immessi in servizio, e una selezione concorsuale che avrà termine il prossimo 16 luglio, procedura con la quale, dice il direttore generale, «confidiamo di poter “arruolare” ulteriori candidati. Ogni sforzo - continua - è in atto, compresa la razionalizzazione delle risorse aziendali in atto in servizio, per sopperire alla mancanza di personale e garantire la funzionalità del reparto. Per ciò che concerne l’assistenza ambulatoriale ospedaliera ortopedica a Sciacca - conclude il manager - si continua a garantire la consueta erogazione di prestazioni e l’esecuzione delle visite grazie alla disponibilità di un professionista appartenente all’assistenza territoriale».

«Condivido - afferma, in una nota, la deputata regionale di Forza Italia all’Ars, Margherita La Rocca Ruvolo - le preoccupazioni di cittadini e associazioni per l’ennesima chiusura, a distanza di pochi mesi, del reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Sciacca. Capisco le difficoltà a trovare medici, ma questa situazione non può andare avanti. Ho già sentito il direttore generale dell’Asp di Agrigento e mi ha assicurato che il 18 luglio il reparto sarà riattivato, perché nei prossimi giorni firmerà il contratto un nuovo ortopedico assunto dall’Asp e sarà siglata con una convenzione con l'ospedale Buccheri La Ferla di Palermo per gli interventi chirurgici. L’attenzione sarà massima e l’obiettivo è quello risolvere il problema in maniera definitiva per garantire uno dei servizi sanitari fondamentali per il nosocomio saccense».

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