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Lampedusa, gli undici cadaveri nella sede dell'Area Marina Protetta: scoppia la polemica

Il capogruppo del Pd ed ex sindaco Martello parla di mancanza di sicurezza igienica «in locali aperti al pubblico e quotidianamente utilizzati per incontri»

«Quello che è accaduto sabato a Lampedusa è grave, sotto molti punti di vista. Dopo l’ennesimo naufragio che ha provocato altre vittime innocenti nel Mediterraneo, i corpi delle undici persone morte durante la traversata sono stati portati a Lampedusa e, una volta sull’isola, sono stati collocati “in attesa di trasferimento” nei locali dell’Area Marina Protetta. Si tratta di locali aperti al pubblico che vengono quotidianamente utilizzati per incontri, momenti formativi e divulgativi, anche convegni». Lo dice Totò Martello, capogruppo del Pd al Consiglio comunale di Lampedusa e Linosa ed ex sindaco.

«Siamo di fronte ad una gestione dilettantistica dell’accoglienza umanitaria – aggiunge - basata sull’improvvisazione e sulla violazione delle norme di sicurezza sanitaria e delle più elementari regole di decoro ed anche di rispetto per le vittime innocenti di questo ennesimo naufragio avvenuto in un Mediterraneo ormai “mare di nessuno”. Ed al tempo stesso siamo di fronte alle prevedibili conseguenze delle decisioni adottate dal governo Meloni che hanno smantellato la macchina dell’accoglienza ed hanno di fatto cancellato i controlli nel Mediterraneo, anche quelli delle Ong, che in molti casi in passato hanno permesso di salvare chi era in difficoltà».

«Da notizie di stampa - prosegue Martello - risulta che sarebbe stato il sindaco Filippo Mannino ad autorizzare l’utilizzo della sede dell’Area Marina Protetta come “camera mortuaria”, permettendo perfino che in quei locali si eseguissero ispezioni cadaveriche. Sull’isola c’è un poliambulatorio, ci sono altre strutture che sarebbero state certamente più idonee, mi chiedo come sia stato possibile consentire che ciò avvenisse nei locali dell’Area Marina Protetta, evidentemente in assenza delle più elementari misure igieniche e di sicurezza sanitaria, in ambienti che presto torneranno ad essere aperti al pubblico e frequentati dal personale dell’Amp, lampedusani e turisti».
«Da capogruppo dell’opposizione al Consiglio comunale di Lampedusa e Linosa – conclude Martello - presenterò un’interrogazione urgente per chiedere chiarimenti su quanto avvenuto, ma al di là delle eventuali responsabilità dei vertici dell’Asp e delle associazioni sanitarie preposte, o di altri soggetti ed autorità competenti, chiedo innanzitutto al sindaco Filippo Mannino se sia stato davvero lui ad autorizzare l’utilizzo dei locali dell’Amp, e con quali motivazioni».

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