Adesso è ufficiale. Il Telamone simbolo di «Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025» è il logo riconosciuto legalmente che verrà utilizzato per fini istituzionali e culturali fino alla fine dell’importante appuntamento. A chiarire le modalità di utilizzazione è il sindaco Francesco Miccichè che, con propria determina, ha stabilito di adottare l’immagine del gigante, creata dall’architetto Barbara Spallitta e composta da un telamone stilizzato che sostiene Agrigento, raffigurante i quattro elementi, Fuoco, Aria, Terra e Acqua, che rappresentano le radici dell’esistenza secondo il pensiero filosofico di Empedocle.
«Il logo – spiega Miccichè - verrà utilizzato per fini istituzionali o culturali. Sarà possibile concedere con apposito atto scritto l’autorizzazione al suo utilizzo, previa richiesta da parte di organizzatori di iniziative di promozione turistica, culturale ed economica o per eventi di particolare interesse per la collettività correlate ad «Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025» dopo verifica delle finalità perseguite. Il riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura costituirà un volano per il rilancio turistico culturale ed economico della città, con il coinvolgimento di molti soggetti, pubblici e privati, collettivi o individuali, locali, nazionali ed internazionali».
Il logo è già stato registrato alla Camera di Commercio di Agrigento dalla stessa autrice e adesso il sindaco ha chiesto formalmente di fornire piena liberatoria nei confronti del Comune di Agrigento e della costituenda Fondazione Agrigento 2025 per il suo utilizzo. Il semaforo verde è già scattato e quindi il Telamone potrà contraddistinguere tutte le iniziative connesse alle celebrazioni di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. Il logo non potrà essere utilizzato liberamente in caso di usi diversi, anche a fini commerciali.
Il sindaco Miccichè ha anche annunciato che l’amministrazione o la fondazione provvederanno al rimborso delle spese sostenute per la registrazione del logo. «Sarà inoltre cura dell’amministrazione e della Fondazione – ha concluso Miccichè - come già fatto nel dossier di candidatura e nella presentazione del logo alla stampa, riportare il nome della creatrice del logo dando visibilità al suo operato ed alla gratuità con cui viene concesso».
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