«Salvini chieda scusa a Lampedusa». Ad affermarlo senza mezzi termini è Angela Maraventano, ex senatrice della Lega nonché lampedusana Doc, insieme al vicesindaco dell’isola Attilio Lucia, anche lui leghista. Il riferimento è ad a un militante del Carroccio che domenica (17 settembre) a Pontida, in occasione del comizio di Matteo Salvini insieme a Marine Le Pen, aveva esibito una maglietta con la scritta: «Blocco navale subito! Cedere Lampedusa all’Africa».
Intervistato da alcuni giornalisti, il militante, proveniente dalla Brianza, aveva aggiunto: «Tutti chiacchierano ma la mia non è una battuta. Gli abitanti di Lampedusa potrebbero abitare in Sicilia, facciamo cinque o seimila villette e li mettiamo lì. Preferisco una guerra a un’invasione così subdola come l’immigrazione: un bambino che va a scuola in Donbass è più sicuro di uno che va in treno a Milano».
Una frase che non è piaciuta al vicesindaco leghista Attilio Lucia, che sempre domenica era con la fascia tricolore accanto alla premier Giorgia Meloni e alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen perché il sindaco era a New York. «Lampedusa merita rispetto perché ancora oggi si sostituisce all’Europa. Intervenga subito il ministro Salvini. E lo faccia in difesa dell’isola e di questa popolazione che da 30 anni continua, con il suo grande cuore, a dare», ha detto Lucia.
Ancora più duro il commento della ex parlamentare lampedusana. «Questa - ha detto Angela Maraventano - non è la Lega che ho conosciuto, quando ancora c’era Bossi. Salvini si dovrebbe vergognare per queste parole che offendono tutta la nostra comunità costretta a vivere giorni terribili. Sui migranti Salvini e la Meloni hanno fallito, questo governo ha fallito».
Proprio partecipando a un raduno a Pontida alcuni anni fa Angela Maraventano, che a Lampedusa gestisce un ristorante, era stata folgorata dal Carroccio, che l’aveva candidata al Parlamento nel 2008. Tre anni fa la pasionaria in camicia verde, che ha ricoperto anche la carica di vicesindaco dell’isola, era stata però costretta ad abbandonare la Lega per una frase infelice pronunciata a Catania in occasione dell’udienza preliminare a Matteo Salvini per il caso Gregoretti: «La mafia non ha più il coraggio e la sensibilità che aveva prima. Una volta difendeva il nostro territorio, ora non lo fa più». Dichiarazione che le è costata anche una condanna a otto mesi di reclusione per istigazione a delinquere.
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