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Impennata degli arrivi di migranti, oltre 4 mila in 48 ore: piano del governo per rimpatri rapidi

Il ministro Piantedosi progetta strutture negli hotspot per trattenere gli stranieri e controllare le richieste di asilo in poche settimane. Lampedusa scoppia

«Procedure accelerate di frontiera», la definizione burocratica. In pratica l’obiettivo del governo italiano è realizzare negli hotspot delle regioni dove avviene la maggior parte degli sbarchi - Sicilia e Calabria - centri di trattenimento, dove esaminare nel giro di poche settimane le domande di protezione: chi non ha diritto a restare verrà espulso. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avviato un confronto con il guardasigilli Carlo Nordio per accelerare i tempi. In coincidenza con un’impennata degli arrivi: oltre 4 mila in 48 ore. Il centro di Lampedusa scoppia con 3 mila ospiti (la capienza è di 400). E potrebbe esserci stato un naufragio con dispersi, secondo quanto raccontato da migranti sbarcati nella notte sull’isola.

È il decreto Cutro a prevedere il potenziamento della rete dei Centri di permanenza per il rimpatrio e ad introdurre la procedura accelerata per le domande di protezione internazionale presentate direttamente alla frontiera o in zone di transito, nel caso in cui il richiedente provenga da Paese di origine sicura, come ad esempio la Costa d’Avorio (in testa quest’anno con 7.921 arrivi) e Tunisia (4.318). In questa casistica viene fatto rientrare anche chi è stato fermato per aver eluso i controlli. Durante la procedura accelerata è introdotta la possibilità del trattenimento del richiedente asilo. Entro 7 giorni dalla ricezione della domanda dovrà esserci una risposta dalla Commissione territoriale asilo. Se ci sarà il rigetto della domanda scatterebbe il rimpatrio, naturalmente in accordo con il Paese di provenienza del migrante. Finora il ricorso bloccava l’espulsione, la nuova legge riduce questa possibilità.

Si vedrà se le norme riusciranno a far crescere il numero di rimpatri, storicamente un punto dolente: poco più di 3 mila ne sono stati realizzati lo scorso anno. Mentre i Cpr vengono spesso devastati dagli stessi ospiti. Il confronto con il ministero della Giustizia servirà anche a mettere a fuoco la possibilità di trattenere in strutture che sarebbero detentive i richiedenti asilo. Il Garante dei detenuti ha più volte criticato i Centri. Deciso ad andare avanti Piantedosi. «Noi - ha sottolineato il ministro - puntiamo a creare infrastrutture di trattenimento nei luoghi più prossimi alla frontiera dove eseguire la valutazione della sussistenza dei presupposti per essere ammessi allo status di rifugiato oppure essere destinati all’espulsione, assicurando comunque il rispetto di tutti i diritti della persona».

Oltre all’aspetto giuridico, c’è anche quello logistico. Dove realizzare questi Centri? Il commissario all’emergenza Valerio Valenti ha spiegato che, oltre a rimettere a posto i Cpr danneggiati ed a istituirne di nuovi, saranno realizzate speciali aree di trattenimento negli stessi hotspot. E non ha escluso che il primo «hotspot/hub per l’espulsione» possa essere attivato a Lampedusa. Per la Calabria si pensa a Crotone.

Nel frattempo, la nuova ondata di arrivi degli ultimi giorni ha portato il totale del primo semestre dell’anno a quota 65 mila, il 135% in più rispetto ai 27 mila dello scorso anno. In azione anche la flotta umanitaria con la Ocean Viking approdata a Bari con 86 persone, la Mare Go diretta a Trapani con 41 e la Humanity 1 a Ortona con 36. Numeri bassi rispetto al passato, grazie alle misure messe in campo dal Governo che vietano soccorsi multipli e spediscono in porti molto lontani le navi ong.

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