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L'ex procuratore capo di Agrigento, Patronaggio: «Con la cancellazione del reato di abuso d'ufficio i cittadini perdono tutele»

Il magistrato: «Cosa dirò a quel cittadino che si è visto negare una licenza perché il sindaco del suo paese ha voluto privilegiare il suo compagno di partito assegnando a questi ciò che spettava al primo»

L'ex procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio

«È fin troppo chiaro e indiscutibile che le leggi vanno osservate e applicate. A seguito della disposta abolizione del reato di abuso di ufficio con un troncante e urgente decreto legge, mi domando da magistrato ed uomo che amministra giustizia cosa dirò a quell’onesto candidato ad un posto di lavoro pubblico che si è visto scavalcare da altro a cui un compiacente funzionario ha valutato in modo illegittimo i titoli, in modo da favorire il concorrente nella nomina. E cosa dirò a quel cittadino che si è visto negare una licenza perché il sindaco del suo paese ha voluto privilegiare il suo compagno di partito assegnando a questi ciò che spettava al primo». Lo dice il procuratore generale di Cagliari, ex procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio in merito all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio.

«E quella azienda che si è vista sfuggire una lucrosa commessa - si chiede il magistrato - perché il direttore di una Asl ha preferito illegittimamente favorire altra azienda legata a un potente politico che proprio quel direttore aveva nominato a capo dell’Asl? E che dire alla professoressa, mamma di quel bambino portatore di handicap che sperava nel trasferimento nella sua città in forza di una legge che proprio quei soggetti svantaggiati vuole proteggere, quando il provveditore con una lettura illegittima di quel caso umano ha preferito attribuire punteggi maggiori ad una amica, con cui aveva una relazione clandestina? Certo oggi sono molto sollevato dal sapere che il sindaco del mio paese farà decollare velocemente appalti e commesse pubbliche senza avere paura di firmare, ma sarò molto triste per quei cittadini che reclamano giustizia e che non verranno mai più tutelati. Essere garantisti significa - ha concluso - assicurare un giusto processo agli indagati ma significa anche garantire i diritti a tutti quei cittadini che hanno subito una offesa e un danno da un comportamento illecito».

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