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Migranti, le Ong sotto accusa infiammano il dibattito politico: arrivi a ritmo continuo

Prosegue in un incrocio di accuse reciproche e qualche mano tesa la vicenda del fermo a Lampedusa della nave Louise Michel, finanziata dal misterioso artista Banksy

La Louise Michel al porto di Lampedusa

Ong sotto accusa, nuove polemiche nel dibattito politico e, soprattutto, ancora sbarchi. Prosegue in un incrocio di accuse reciproche e qualche mano tesa la vicenda del fermo a Lampedusa della nave Louise Michel, finanziata dal misterioso artista Banksy. Il capitano dell’imbarcazione, Beckert Reimar, nell’atto di notifica è accusato di avere compiuto tre salvataggi autonomamente in area Sar libica e maltese, di non aver rispettato le indicazioni delle autorità italiane per il porto di Trapani e di aver caricato un numero di persone eccessivo a bordo, oltre le sessanta consentite per il mezzo. Nel documento, di cinque pagine, viene anche fatto riferimento all’ultimo soccorso nella notte tra il 24 e il 25 marzo, dove c'è stata una collaborazione tra la guardia costiera italiana e l’equipaggio della nave Louise Michel. Quest’ultimo - secondo quanto si legge nel documento - ha comunicato di avere recuperato tutti i 38 naufraghi, tra i quali un adulto e un bambino in stato di incoscienza che avevano bisogno di cure immediate per sindrome da annegamento e gli stessi venivano trasbordati sulla motovedetta della guardia costiera assieme al medico di bordo della Louise Michel e portati a Lampedusa. Inoltre, mentre la nave procedeva verso Nord, le stesse autorità italiane - si legge nel provvedimento - avrebbero a quel punto chiesto alla Louise Michel di dirigersi rapidamente a Lampedusa a causa dei rischi dovuti al sovraffollamento della nave.

«Stiamo consultando i nostri avvocati per capire come muoverci, siamo pronti a una battaglia legale. Sappiamo che secondo la legge italiana abbiamo la possibilità di un solo viaggio in acque nazionali durante il fermo e forse potremmo andare a Palermo», hanno fatto sapere dalla Louise Michel, il cui equipaggio è formato da dodici persone, uomini e donne.

C'è più di una vicenda al centro delle polemiche. Sea Watch ha invece diffuso il dialogo tra la stessa Ong Sea Watch e un’addetta al telefono per le segnalazioni al coordinamento marittimo italiano. In un audio risalente a sabato scorso la ong segnala che la guardia costiera libica ha sparato colpi d’arma da fuoco in aria a poca distanza dalla nave Ocean Viking (di Sos Mediterranée) e l’addetta al telefono per le segnalazioni al coordinamento marittimo italiano dopo avere ringraziato dell’informazione comunicata anche via mail, interrompe la comunicazione dopo poco.

La Ong Mediterranea getta invece acqua sul fuoco lanciando un appello alla premier Meloni e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, attraverso una lettera: «Basta guerra alle organizzazioni non governative, alle navi del soccorso civile. Cooperiamo per salvare in mare più vite possibili. Produciamo un’azione sinergica, davanti a questo imperativo - salvare! - che possa indurre l’Unione Europea ad uscire dalla sua latitanza su questo tema, e a mettere in campo una missione coordinata di soccorso in vista di una estate che si preannuncia terribile dal punto di vista dei rischi in mare». Ma il ministro dei Trasporti Matteo Salvini rilancia: «È l’Italia sotto attacco, non le Ong», inoltre «c'è evidentemente un attacco della malavita in corso. Se l’Ue è un’unione, attendiamo un aiuto, perché l’Italia non può essere sola ad affrontare questo problema». Sulla questione migranti interviene anche la leader dell’opposizione, Elly Schlein, che invece attacca la premier: «Meloni doveva chiedere una Mare nostrum europea anziché dichiarare guerra alle Ong. È tornata da Bruxelles con un pugno di mosche».

Gli sbarchi intanto proseguono. All’interno del porto di Roccella Ionica sono arrivati in 650 su un peschereccio di 30 metri partito dalla Libia sfuggendo ad ogni controllo. Secondo i dati diffusi dal Viminale, dal 23 al 27 marzo sono sbarcati in Italia 6.564 migranti, col il picco di arrivi il 24 marzo con ben 2.814 migranti in entrata. In mare restano la nave Life Support diretta ad Ortona, con 161 migranti, e la Ocean Viking di Sos Mediterranée al largo della Tunisia in attesa di eventuali salvataggi mentre la Geo Barents di Medici Senza Frontiere ripartirà nelle prossime ore dal porto di Bari, dopo aver sbarcato ieri 190 migranti messi in salvo nei giorni precedenti.

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