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Lampedusa, l'ex sindaco Nicolini: «Il governo in contrasto con il diritto internazionale»

Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa

«La direttiva Piantedosi, sulla scia dei decreti Sicurezza di Salvini, si pone in contrasto sia con il diritto internazionale sia con un eclatante e dolorosissimo dato di realtà e cioè che nel Mediterraneo c'è una gravissima emergenza umanitaria, non certo una banale questione di sicurezza nazionale». Lo ha detto l’ex sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini.

«Dal grande naufragio del 3 ottobre 2013 ad oggi - ha aggiunto - sono morte oltre 25 mila persone nel tentativo di raggiungere le sponde dell’Europa. Ancora prima di quel naufragio, l’8 luglio 2013 Papa Francesco era venuto a Lampedusa proprio perché luogo simbolo di un Mediterraneo divenuto un enorme cimitero liquido. Se non bastasse il numero dei morti, ci sono le ragioni profonde di queste migrazioni, le storie e i racconti dei sopravvissuti, le documentate inchieste giornalistiche e giudiziarie, i rapporti dell’Unhcr e le denunce delle organizzazioni umanitarie a dimostrare che il presunto “fattore di attrazione” esercitato dal soccorso in mare è una castroneria gigantesca e cinica. Coloro che salgono sui barconi della criminalità organizzata, infatti, mettono in conto la concreta possibilità di morire, non già la teorica possibilità di essere avvistati e salvati. Fare la guerra ai soccorritori umanitari, che peraltro stanno supplendo alle colpevoli omissioni degli Stati - ha sottolineato l'ex sindaco - è quindi inutile per contenere gli sbarchi, così come la banale realtà di questi giorni sta raccontando a tutti noi e dunque anche al ministro Piantedosi».

«Mentre il ministro emanava la sua direttiva per bloccare circa 360 persone salvate dalla Humanity 1 e dalla Ocean Viking di Sos Mediterranée - ha detto ancora l'ex sindaco - a Lampedusa sbarcavano quasi mille e altre 1.200 venivano salvate dalla Diciotti e dalle motovedette italiane. Oggi le navi in attesa di un porto sicuro sono 3, perché si è aggiunta la Geo Barents di Medici senza frontiere e il numero dei naufraghi ai quali si impedisce di entrare in porto e di chiedere asilo è salito a 700. Le Ong fanno un enorme lavoro, ma secondo gli stessi dati ufficiali del ministero, solo il 16% delle persone sbarcate fino ad agosto 2022 è stato soccorso dalle loro navi». Secondo Giusi Nicolini, «è sbalorditivo che si insista a ricalcare le orme di Salvini, finito sotto processo con l’accusa di omissione di atti d’ufficio e sequestro di persona, per aver negato, lo sbarco a Lampedusa dei richiedenti asilo soccorsi da un’imbarcazione di Open Arms».

«Per me, inoltre, non è privo di significato il fatto che l’atto di guerra del nuovo ministro arrivi nel pieno di una sequela di naufragi e di attività di recupero di cadaveri e cadaverini - ha aggiunto Giusi Nicolini - . Invocare la sicurezza nazionale mentre ci sono bambini che muoiono bruciati vivi, di sete e stenti o annegati a pochi passi da Lampedusa, in me suscita profondo ribrezzo. Questi contemporanei sepolcri imbiancati, così intensamente impegnati a mettere mano alla 194 per difendere, a loro dire, ogni singolo embrione di vita, in realtà si accaniscono a rendere immutabile il destino di morte e sofferenza per i bambini del Mediterraneo e per tutti coloro che osano sfidare la frontiera».

 

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