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La Scala del Turchi all'asta? Regione e Comune insorgono: non si può, la soluzione c'è

Ferdinando Sciabarrà al Belvedere della Scala dei Turchi

La Regione Siciliana prende in mano le redini della questione Scala dei Turchi, la grande scogliera di marna bianca di Realmonte, nell’Agrigentino, che rappresenta nell’immaginario collettivo forse la più straordinaria delle attrazioni della Sicilia paesaggistica. Se il proprietario di un pezzo dell’area annuncia la volontà di vendere al migliore offerente e il Comune gli risponde che si tratta di un bluff, la Regione, per bocca dell’assessore al Territorio e all’Ambiente Toto Cordaro, assicura che la soluzione si troverà e che l’amministrazione è già da tempo al lavoro per mettere a punto un percorso virtuoso di messa in sicurezza e valorizzazione.

«Il governo Musumeci ha attivato da tempo le procedure per definire positivamente il futuro della Scala dei Turchi - dichiara Cordaro - e la prossima settimana abbiamo convocato una riunione per individuare la soluzione migliore che porti a una conclusione rapida della vicenda, soddisfacente per tutte le parti in causa». Questa la premessa. Più in dettaglio, Cordaro aggiunge che «come sanno bene il privato e il suo legale, la Regione Siciliana si è da subito fortemente impegnata per la risoluzione del problema, interessata alla tutela e alla valorizzazione di un bene di grande pregio naturalistico. Si è dovuta attendere la conclusione dell’iter giudiziario che, per alcuni anni, ha interrotto la questione relativa alla titolarità del bene. Ma la Regione ha lavorato e continuerà ad adoperarsi per trovare la sintesi tra il Comune di Realmonte, che rivendica la titolarità della gestione, e il proprietario che, se vuole, deve cederla, ma in maniera giuridicamente corretta».

Segno che la vendita all'asta, con tanto di appello ad Elon Musk, annunciata da Ferdinando Sciabarrà, ex funzionario della Camera di Commercio di Agrigento, riconosciuto dopo anni di battaglie giudiziarie proprietario di una porzione della Scala dei Turchi, non rappresenta secondo l'amministrazione una procedura corretta. «Dopo un anno di mancate promesse, metto all’asta la Scala dei Turchi e lancio un appello ad Elon Musk affinché possa comprarla e proteggerla», aveva detto ieri Sciabarrà dalla staccionata di protezione del sito, incontrando i giornalisti assieme al suo legale, l’avvocato Giuseppe Scozzari. Il pensionato aveva attaccato il Comune di Realmonte, che, «piuttosto che realizzare i dovuti controlli ed evitare problemi di sicurezza, ha nuovamente aperto una causa civile rivendicando la proprietà per usucapione». Il tira e molla giudiziario si è concluso (almeno penalmente) con il riconoscimento della legittima proprietà di Sciabarrà della parte superiore della famosa marna bianca secondo quanto stabilito dal Tribunale di Agrigento e dalle carte catastali. Il pensionato, attraverso il legale Giuseppe Scozzari, aveva dato prima disponibilità a donarla al pubblico e poi ad affidarla in gestione ad un'associazione ambientalista. Sciabarrà e Scozzari non hanno risparmiato nemmeno la Regione, parlando di «aria fritta» e «chiacchiere e distintivo» a proposito degli incontri fatti per trovare una soluzione. Da qui l’appello al fondatore di Tesla e neo proprietario di Twitter: «Visto che le istituzioni non sono in grado di farsi carico della Scala dei Turchi che la acquisti uno come lui. L’importante che la renda fruibile a tutti e gratuita come è sempre stata».

La replica del sindaco di Realmonte, Sabrina Lattuca, non si è fatta attendere: «Non possiamo che considerarlo un mero appello-provocazione, anche perché è smentito dallo stato degli atti. Il Comune ha già raggiunto un accordo transattivo con Sciabarrà per la definizione del contenzioso pendente che prevedeva e prevede una serie di adempimenti in corso di esecuzione, per come espressamente richiesti dalla controparte». Il sindaco Lattuca cita anche una «delibera della giunta municipale del 3 gennaio scorso», con la quale «è stato conferito incarico al notaio per compiere i relativi atti propedeutici alla stipula. Proprio venerdì scorso è intervenuta una nota interlocutoria, che ha richiesto un’integrazione documentale a cui verrà dato immediato riscontro. Sia il Comune di Realmonte che la Regione Siciliana, per quanto di rispettiva competenza, si sono adoperati in questi anni per dare risoluzione a questa vicenda, per la tutela della Scala dei Turchi e per la sua valorizzazione. Non sono solo gli enti che hanno dimostrato di avere a cuore questo straordinario bene, ma prima di tutto i siciliani che sono accorsi in massa a ripulire la Scala dei Turchi a seguito del suo imbrattamento». E conclude: «Sono certa che in tempi brevissimi sarà formalizzato ogni accordo che consentirà di tutelare, preservare, valorizzare e promuovere un bene identitario del territorio di Realmonte e della Sicilia».

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