Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia-Palermo ha annullato il provvedimento con il quale l’ufficio tecnico del Comune di Santo Stefano di Quisquina, in provincia di Agrigento, ha revocato la concessione edilizia in sanatoria relativa ad un manufatto edilizio seminterrato destinato a magazzino deposito realizzato in difformità alla concessione edilizia. L’immobile si trova in contrada Sant’Elia.
La vicenda riguarda il ricorso proposto da G.C. – rappresentato e difeso dall’avvocato Gaetano Caponnetto –, diretto ad ottenere l’annullamento del provvedimento impugnato dopo che il Comune aveva emesso una ingiunzione di demolizione dell’opera e pertanto aveva revocato, in autotutela, la sanatoria precedentemente concessa. Il proprietario ha fatto rilevare che per la presunta difformità lo stesso era stato sottoposto a giudizio presso il Tribunale di Sciacca e la pena era stata sospesa, a condizione della eliminazione della infrazione, ma essendo stata rilasciata la concessione edilizia in sanatoria, ed essendo, peraltro, intervenuto l’indulto, ogni provvedimento sanzionatorio era stato considerato decaduto.
Il difensore ha anche evidenziato che l’atto impugnato riguarda la revoca di un provvedimento favorevole che comporta un pregiudizio evidente nella sfera giuridica del soggetto interessato e pertanto viene a configurarsi la mancata comparazione dell’interesse pubblico rispetto a quello del ragionevole affidamento del privato alla conservazione del bene.
Il Tribunale amministrativo regionale, accogliendo il ricorso, ha annullato il provvedimento di revoca della concessione edilizia.
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