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Tensioni nel Pd di Agrigento, lettera a Zingaretti: "Non si può andare avanti così"

Nicola Zingaretti

C’è aria tesa nel partito democratico agrigentino. Ad «alzare» la voce sono una sessantina di amministratori tutti della provincia di Agrigento che, senza mezzi termini chiedono: il commissariamento con una figura terza, capace di ascoltare le ragioni di tutti, di ridare dignità e ruolo ai circoli e di avviare un confronto di rinnovamento vero, nel rispetto dei valori fondanti del partito democratico.

Nella nota diffusa dai firmatari gli stessi avvertono: «Non parteciperemo a congressi snaturati. Il riferimento è a congressi che dovrebbero eleggere prima le segreterie cittadine e poi la segreteria provinciale. Una investitura dall’alto - si legge nella lettera inviata dagli amministratori al segretario nazionale e quello regionale - che non tiene conto di centinaia di militanti che in questi anni, tra mille difficoltà, hanno creduto, e continuano a credere, nel Partito democratico. Militanti mortificati da un commissario le cui scelte sono state mirate a far “quadrare” i numeri, al fine di dare una veste democratica ad un congresso che in realtà non lo è.

Un tesseramento che ha escluso la partecipazione delle democratiche e dei democratici della provincia, con regole modulate ad uso e consumo di una parte, annullando il ruolo dei dirigenti locali. Alle sollecitazioni di confronto sui contenuti e sulla politica sono arrivate risposte di mediazione inaccoglibili.

Nella nota si fa riferimento al fallimento ad Agrigento e Ribera, dove , si legge testualmente “abbiamo assistito a operazioni che di fatto hanno favorito il centro destra, annullando la presenza del partito nelle istituzioni locali». Per queste e altre ragioni - concludo nella nota diffusa da Giovanna Iacono - non parteciperemo a un congresso segnato, che non si fondi sul confronto delle idee e sui temi aperti alle problematiche del territorio.

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