Un'azienda speciale consortile? Oppure una società per azioni pubblica? Mentre l'Ati idrico si appassiona su quella che sarà la scelta del futuro - in materia di gestione del servizio idrico integrato - i sindacati fissano gli obiettivi che la compagine societaria deve raggiungere. E faccia a faccia, in quello che è stato un incontro con i vertici dell'Ati, li ribadiscono punto per punto.
La gestione del servizio idrico integrato dev'essere improntata - hanno scritto i segretari di Cgil, Cisl e Uil - a criteri certi e verificabili di economicità ed efficienza e deve garantire standard di qualità elevati, degni di una provincia moderna e civile. Questo significa acqua 24 ore al giorno e potabile e un servizio di trattamento delle acque reflue che ne preveda riutilizzo e salvaguardia del mare.
"Dentro questo orizzonte (e con spirito diverso da quello che inizialmente ha visto l'affidamento del servizio al privato) occorre recuperare l'insieme dei Comuni della provincia e avviare un ragionamento con la Regione sul ruolo e sui costi dell'acqua fornita da SiciliAcque. Pertanto, - spiegano Massimo Raso, Emanuele Gallo e Gero Acquisto - partendo da questi obiettivi occorre costruire un nuovo "piano d'ambito" che definisca le quantità di personale occorrente alla garanzia di questo livello di servizio. Siamo convinti che se il nuovo "piano d'ambito" parta da queste premesse non vi sia nessun problema legato alla cosiddetta ‘salvaguardia dei livelli occupazionali', questione che, tuttavia, intendiamo porre con forza e che dovrebbe costituire assillo condiviso tra noi e i sindaci”. Sono passati diversi mesi dal commissariamento di Girgenti Acque prima e della Hydortecne dopo. Commissariamento avvenuto a seguito delle interdittive antimafia della Prefettura di Agrigento. Si è sviluppato, in questi mesi, un serrato dibattito sul futuro della gestione del servizio, su come dopo l'esperienza del gestore privato si debba tornare ad una gestione del servizio".
Per i confederali, uno dei punti cruciali - non il solo naturalmente - resta quello del mantenimento dei livelli occupazionali. "È chiaro che deve essere affrontato il tema di come operare il passaggio del personale che, attualmente, opera nel servizio idrico integrato, al nuovo soggetto gestore. Non ci piace e non ci convince affatto e lo diciamo in modo netto e chiaro il modo assai superficiale con il quale, in alcune dichiarazioni, viene affrontato il tema del personale - incalzano i segretari di Cgil, Cisl e Uil - . Il personale è un capitale umano e di professionalità acquisite che dev'essere salvaguardato, specie in una provincia agli ultimi posti per occupazione, e - in ogni caso - non è affatto la prima voce di costo, ma solo la terza col 17,1 per cento. Il prefetto, nel corso dell'incontro che abbiamo avuto nelle settimane scorse, condivideva il nostro appello sulla ‘salvaguardia dei livelli occupazionali' e se ne face garante - hanno aggiunto i segretari dei sindacati confederali - . Non ha alcun senso, nel 2019, fare riferimento a ‘piani d'ambito' preparati 15 anni prima e a relative dotazioni di personale previste che non tengono, in alcun modo conto, del fatto che non si sono realizzati gli investimenti previsti e delle reali necessità gestionali del servizio nel territorio. Non ci troviamo di fronte ad una rete nuova ed efficiente e automatizzata".
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