AGRIGENTO. Si “spacca” l’area “Renzi” ad Agrigento. Seppur tardivo, ieri è arrivato l’intervento di un gruppetto sparuto di iscritti al Pd, che si rifanno alle posizioni del leader del Partito democratico e presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiedere l’annullamento delle primarie, il cui esito – secondo questi dirigenti – è già scontato. Dall’altra parte c’è però un’altra “fazione” di Renziani (che fanno capo al sottosegretario Davide Faraone), con in testa il segretario provinciale del Pd, Peppe Zambito, che difendono la scelta. Partiamo dai dissidenti.
Dopo una riunione, che si è svolta ad Agrigento alla presenza del geologo Antonio Calamita e del sindaco di Favara, Rosario Manganella (secondo quanto sostenuto dallo stesso Calamita), è stato diffuso un comunicato alla stampa che si apre con un riferimento ironico alle vicende di corruzione nazionali: «Il cartellone “Agrigento 2020”, con le primarie di centro-sinistra insieme ad esponenti di Forza Italia, il pasticcio di cui si sono resi protagonisti e responsabili, il segretario provinciale del Pd, con l’avallo di politici, deputati, assessori regionali, getta nello sconforto i tanti cittadini e militanti che, nella provincia più povera d’Italia, avrebbero bisogno, invece, di un progetto chiaro, in cui prevalga il cambiamento e il rinnovamento etico e morale, in netta discontinuità col passato».
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