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Ato idrico, i sindaci riuniti a Ribera studiano per abolirlo

All’esame dei primi cittadini uno schema di delibera che dovrà essere sottoposta entro il prossino 15 febbraio ai consigli dei comuni aderenti

RIBERA. Ancora un incontro di primi cittadini dei comuni che hanno consegnatoo i propri impianti idrici e fognari nel momento della nascita dell’Ato idrico di Agrigento, che ha poi affidato la gestione dei servizi in questione a ”Girgenti acque”. A Palazzo di città si sono ritrovati, per la terza volta nell’arco di poco tempo, una ventina di sindaci i quali stanno studiando come fare per chiedere l’abolizione dello stesso Ato idrico, attualmente commissariato, e per cercare di ritornare ad un sistema di gestione che si fondi sul principio che ”l’acqua è pubblica”.

Alla base dell’incontro, rigorosamente non aperto agli organi di informazione e convocato dal primo cittadino di Ribera Carmelo Pace, si è disusso ancora una volta dell’ipotesi di delibera da approntare per portarla all’esame dei consigli comunali che si dovranno esprimere in via definitiva sull’ipotesi di fuoriuscita dall’Ato sul presupposto che non tutti i 43 comuni ne fanno parte. In pratica si sarebbe creata una situazione tale per cui i sindaci che hanno consegnato gli impianti si vedrebbero gravare spese e costi che non avrebbero dovuto sostenere e che si sarebbero dovuti spalmare su tutti i comuni agrigentini, qualora avessero deciso l’adesione. A chiusura dell’incontro sono state indicate alcune date per i prossimi passi. Entro il sette febbraio si terrà una conferenza stampa con la presenza dei sindaci per spiegare cosa si sta facendo per arrivare alla fuoriuscita dall’Ato.

 

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