AGRIGENTO. I candidati "iniziano" a farsi avanti. Sono in tutto 5, tra annunci e conferme, gli aspiranti alla carica di sindaco della città di Agrigento. Ma tra questi, due si sono eclissati, ma ovviamente non hanno annunciato alcun ritiro. Dopo aver annunciato la loro discesa in campo, infatti, sia l'avvocato Enzo Campo che il consigliere comunale Andrea Cirino, sono passati all'anonimato. Nessun intervento pubblico, nessuna nota. E nemmeno un cenno sul ritiro dalla competizione.
Chi invece va avanti nella sfida è Peppe Di Rosa, che continua la sua campagna elettorale nonostante la "rottura" col movimento "Di più". Così come continua a battere colpi il deputato nazionale della Lega Nord, Marco Marcolin che ha visitato la città e si è affidato ad un gruppetto di persone che curano la sua campagna elettorale con interventi sulle varie tematiche elettorali. E siamo a 4.
Il quinto candidato, quello che invece dovrebbe portarsi dietro i partiti (una vera e propria coalizione) è invece Lillo Firetto. L'attuale sindaco della vicina Porto Empedocle, nonché deputato regionale dell'Udc - Nuovo centrodestra, ha rotto ogni indugio. "Non sono io che mi candido - dice - ma sono i partiti che propongono la mia candidatura". "Sono nella fase finale del mandato amministrativo della città di Porto Empedocle. E poiché sono enormemente deluso dall'impegno parlamentare alla Regione - spiega Firetto - in quanto pensavo di partecipare a una stagione che volesse davvero il cambiamento, vedo Agrigento come una sfida che si può cogliere. Agrigento è la città in cui sono nato, la città in cui vivo, dove lavoro, dove vanno a scuola i miei figli, dove sono andato a scuola io stesso. Dovrò rinunciare a qualcosa, come allo stipendio di parlamentare, cioè al 70-80 per cento di quello che ho oggi, ma nella vita non si vive solo di traguardi economici. Credo che, nonostante tutti cerchino di dissuadermi, alcuni in maniera sincera, altri con attacchi non troppo velati (attacchi che mi spingono maggiormente all'azione) ecco, credo che Agrigento abbia dentro di sé veramente tante possibilità".
Intanto il candidato Di Rosa, ha presentato il secondo step del progetto sulla riqualificazione della zona balneare di San Leone, dando ampio spazio anche al dibattito sulle trivellazioni nel mare agrigentino e sulla costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle. A spalleggiare le tesi di Di Rosa c'era Domenico Macaluso, geologo e ricercatore "Eu. progetto Archmed" e gli architetti dello studio "2G" di Agrigento. Giuseppe Di Rosa non è favorevole alla costruzione del rigassificatore a Porto Empedocle ed ha le idee chiare: "Non possiamo permettere a nessuno di crearlo a ridosso del nostro mare". Uniformare l'aspetto di San Leone è il primo punto degli architetti dello studio "2G" di Agrigento, autori del progetto presentato da Di Rosa. Le slide hanno mostrato una doppia faccia del lungomare, ovvero prima e dopo.
L'inserimento di strutture di colore bianco e in legno andrebbero a sostituire quelle attuali, rendendo uniforme l'aspetto di San Leone. L'area occupata dalle giostre e dai "paninari", invece, verrebbe sostituita con un parcheggio che, come ha riferito Giuseppe Di Rosa, "permetterebbe al Comune di avere un introito di circa 20 mila euro grazie agli oltre 400 posti auto". Il piazzale Giglia, conosciuto come "Aster", verrebbe risistemato con l'eliminazione delle ringhiere e del muro che ostacola la visuale sul mare, aumentando di fatto lo spazio visivo. Il piazzale "eliporto", invece, verrebbe adibito a "spazio food", con le paninerie ambulanti e le giostre. "Tutto questo per il Comune di Agrigento sarebbe a costo zero. - ha detto ancora Di Rosa - Voglio dare a San Leone un aspetto normale. So che i commercianti di San Leone sono con noi, sono loro i primi a volere il cambiamento".
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