Agrigento

Lunedì 16 Settembre 2024

«Sicilia senz'acqua, meglio non andare»: un reportage della Cnn spaventa il turismo

Da qualche giorno nelle chat e nei forum che si occupano di turismo viene rilanciato un articolo della Cnn che sconsiglia ai turisti di venire in Sicilia. È un viaggio nei luoghi simbolo delle vacanze rimasti assetate che nel racconto pubblicato con grande rilevanza sul sito della principale Tv americana inizia così: «I piccoli hotel e i B&b sono costretti ad allontanare gli ospiti non avendo abbastanza acqua per garantirgli un wc con lo scarico o una doccia dopo una giornata trascorsa nella calura estiva». La prima vittima della siccità è il turismo. E a distanza di appena un paio di giorni dalla pubblicazione dell’articolo della Cnn gli albergatori e i principali tour operator, quelli che più di tutti intercettano il turismo di fascia alta, stanno già ricevendo richieste di rassicurazioni e cancellazioni delle prenotazioni. Si è aperta una partita internazionale, che ha in palio il ruolo di meta preferita nel Mediterraneo. E per questo motivo albergatori e tour operator chiedono alla Regione un intervento immediato: la programmazione di una controcampagna che rassicuri i turisti e rilanci la bellezza dell’Isola cancellando l’incubo siccità. Non sarà facile. L’articolo della Cnn ha avuto un impatto fortissimo: è corredato da varie foto che «macchiano» le principali mete siciliane e una in particolare, gigantesca, ritrae il waterfront di Sciacca, quello in passato scelto dai creatori di Google per i loro raduni estivi. «L’estate in Sicilia sta diventando insopportabile - si legge in uno dei passaggi chiave -. Il razionamento è in atto per oltre 1 milione di persone in 93 comunità. Alcuni sono costretti a ridurre il consumo di acqua fino al 45%. Nella maggior parte dei luoghi l'erogazione viene interrotta completamente durante la notte. Avere abbastanza acqua è una questione di organizzazione durante la giornata». È uno spot al contrario che gli operatori chiedono di contrastare. Anche perché articoli simili erano già apparsi sulla stampa francese. «Cominciano ad essere in tanti a scriverci preoccupati per il loro prossimo soggiorno in Sicilia» è l’analisi di Dario Ferrante, titolare del luxury brand Absolute Sicilia che intercetta proprio il turismo di fascia alta americano. «Il rischio - ha aggiunto Ferrante - è di perdere tante prenotazioni da qui a fine stagione. È innegabile che il 2024 stia vedendo un calo delle prenotazioni da parte dei turisti di fascia alta». Ferrante teme che queste notizie possano favorire altre mete, Spagna e Grecia in primis. E propone per questo di lanciare una campagna promozionale per dire che in realtà la siccità non sta creando problemi ai turisti e che gli alberghi sono attrezzati per fronteggiarla. Sulla stessa linea si sta muovendo Federalberghi: «Ci facciamo gli autogol da soli. L’anno scorso è stata sbagliata la campagna di comunicazione sugli incendi, quest’anno quella sulla siccità - è il commento del vice presidente regionale Nicola Farruggio -. Non siamo riusciti a far passare il messaggio che malgrado l’emergenza non ci sono disagi». Anche Farruggio chiede che la Regione vari una nuova campagna di comunicazione. Ma parte da un presupposto più estremo: «Non si deve più parlare di siccità. Neppure nel tentativo di tranquillizzare. Dobbiamo solo promuovere le nostre bellezze invogliando i turisti a venire qui. Dando per scontato che tutto funziona. Altrimenti sarebbe assurdo aumentare i collegamenti con gli Stati Uniti e far circolare in quel mercato notizie come quelle degli ultimi giorni». L’assessore al Turismo, Elvira Amata, anticipa che martedì convocherà i principali attori del sistema e non si dice contraria a una campagna per smentire le notizie circolate: «Sì, stiamo pensando a una campagna per dire che la siccità non sta creando alcun problema. Non mi stupiscono certi attacchi internazionali, visto che la Sicilia è la meta preferita nel Mediterraneo. Quello che posso assicurare che gli alberghi sono tutti attrezzati per avere l’acqua ogni giorno in ogni momento».

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