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Impresa di Favara bloccata da interdittiva ministeriale: fa ricorso e vince

La sede del Tar del Lazio

È stato necessario un ricorso al Tar Lazio per far riprendere l’attività edile di un impresa siciliana.

Tutto nasce da un’ispezione dei carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro in un cantiere di Campobello di Licata, dove i militari hanno trovato un lavoratore irregolare. Era il 2022 e per la impresa G.srl di Favara scattò la multa e la sospensione dell’attività nel lasso di tempo tra la contestazione e la regolarizzazione del dipendente. Dopo la messa in regola del lavoratore è stata presentata ai militari del Nil la richiesta di revoca della sospensione dell’attività.

A distanza di un anno, il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha notificato all’impresa un provvedimento interdittivo a contrarre appalti con la pubblica amministrazione e le stazioni appaltanti. La società assistita dagli avvocati Girolamo Rubino, Mario La Loggia e Vincenzo Airò, ha impugnato al Tar del Lazio il provvedimento ministeriale per tornare a svolgere impresa. Nel corso del processo amministrativo i legali hanno dimostrato l’illegittimità del provvedimento interdittivo impugnato, che era stato emanato, dicono, violando le disposizioni della circolare ministeriale del 2006, che prevede come il procedimento finalizzato all’emanazione del provvedimento interdittivo debba normalmente concludersi entro il termine di 45 giorni dalla data di ricezione del provvedimento di sospensione con tempestiva adozione del provvedimento finale. Il provvedimento ministeriale, essendo stato emanato a distanza di oltre 10 mesi dalla sospensione, non poteva che considerarsi illegittimo, secondo la tesi difensiva. I giudici hanno accolto il ricorso e annullato il provvedimento.

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