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Lampedusa, il Tar blocca le ruspe per un edificio a mare

«Il Comune di Lampedusa e Linosa non ha in alcun modo dato seguito alla richiesta di deroga avanzata dalla società ricorrente, svolgendo il relativo procedimento, ma non ha neanche corredato l'impugnato provvedimento di diniego di sanatoria dell'indicazione di eventuali motivi che, in ipotesi, ostino, in via pregiudiziale, allo svolgimento di tale procedimento».

I giudici del Tar Sicilia di Palermo, annullano il provvedimento del Comune di Lampedusa, e «salvano» dalla demolizione un fabbricato abusivo costruito una trentina di anni fa dalla società Selis Lampedusa Spa.

Il responsabile del settore Urbanistica ed Edilizia del comune, con due distinti provvedimenti ravvicinati, ha prima negato il condono edilizio alla società e, in seguito, ha ordinato la demolizione delle opere abusive. La società, rappresentata e difesa dagli avvocati Giuseppe Mazzarella e Alessandro Maggio, si è rivolta ai giudici amministrativi per chiedere di annullare il provvedimento dell'ente che è stato rappresentato dall'avvocato Antonino Manto.

«È pacifico - scrivono nella sentenza i giudici della seconda sezione del Tar - tra le parti che le opere oggetto dei provvedimenti impugnati sono state realizzate in assenza di alcun titolo edilizio e che insistono nella fascia dei 150 metri dalla battigia».

Secondo il Tar, tuttavia «Risulta dalla documentazione in atti che, prima dell'adozione dell'impugnato provvedimento di diniego di sanatoria, la ricorrente ha chiesto che venisse attivato il procedimento di deroga al divieto di edificare nella fascia dei 150 metri dalla battigia»

L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.

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