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Nasce un nuovo vigneto in un terreno confiscato a Cattolica Eraclea

Nascerà un nuovo vigneto in uno dei terreni confiscati alla mafia di Cattolica Eraclea. Ben 17 mila viti stanno per essere piantumate in un appezzamento in contrada Monte Sara, in territorio di Ribera. Lo ha annunciato Rosalia Nuccio, presidente della cooperativa «Libera Armonia» di Poggioreale a cui qualche anno fa sono stati assegnati a titolo gratuito, dal Comune di Ribera, i terreni per la riconversione colturale. A seguire il progetto, che sarà sviluppato su cinque ettari di terreno, sarà l'agronomo Angelo Moscarelli.

La piantumazione della barbatelle, tutte innestate, salvo imprevisti, prenderà il via giovedì prossimo su un campo già lavorato e preparato l'estate scorsa. In particolare, il vigneto, con sesto a spalliera, sarà composto per tre ettari della varietà Nero d'Avola e per due di Grillo, due dei vitigni autoctoni siciliani più conosciuti e più apprezzati dal mercato. La cooperativa «Libera Armonia» ha previsto un investimento complessivo di circa 80 mila euro: per l'aratura dell'area, per l'acquisto delle barbatelle e la messa meccanica a dimora, per la realizzazione dell'impianto di palificazione, per la manodopera e per la periodica irrigazione delle piantine. I dirigenti della cooperativa hanno già inviato una richiesta irrigua al consorzio di bonifica Agrigento 3 per far fronte alle irrigazioni.

Il terreno su cui nascerà il vigneto è quello confiscato a Gaetano Amodeo, morto da diversi anni, era considerato un esponente di spicco della famiglia mafiosa di Cattolica Eraclea e legato oltreoceano al clan Rizzuto, una delle più potenti organizzazioni mafiose transnazionali di cui si è occupata la Dia anche in Italia in diverse inchieste (“Brooklyn”, “Orso bruno” e “Minoa”). Accusato di due omicidi e soprattutto di aver avuto un ruolo nell'uccisione del maresciallo dei carabinieri Giuliano Guazzelli, nel gennaio del 1999 Amodeo si sottrasse alla cattura ordinata dai magistrati della Dda di Palermo nell'ambito dell'operazione Akragas 2 che portò alla sbarra 53 appartenenti ai clan agrigentini.

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